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Di recente il Ministero dell’Interno ha affermato che l’utilizzo della targa prova deve essere limitato esclusivamente ai veicoli non ancora immatricolati. La targa prova non si potrebbe utilizzare per quelli già immatricolati, anche se circolanti per prove tecniche, collaudi o altri spostamenti finalizzati alla vendita. Se si pensa a chi ci lavora con la targa prova, è questa una posizione che mette a rischio le prassi quotidiane: migliaia di veicoli che necessitano di spostamenti continui a opera di Concessionari, meccanici, rivenditori, carrozzieri. Questi soggetti si trovano di fronte a uno stop di circolazione con targa prova per auto immatricolate ma non assicurate. Si sono poi innescate, localmente, precisazioni della Polizia Stradale che affermano come non si possa marciare e neppure sostare su strade pubbliche con veicoli targati ma privi di propria assicurazione, anche quando forniti di targa prova: ne conseguono possibili verbali e sequestro veicoli.
Il presidente di AsConAuto, Fabrizio Guidi, dichiara: “Non si può evitare di intervenire di fronte a iniziative che sono prova della disattenzione verso il nostro settore e che mettono a rischio posti di lavoro. La normativa che riguarda la targa prova è chiara e non fa distinzioni fra l’uso su un’auto da immatricolare o già immatricolata. Stiamo invece assistendo a situazioni di accertamenti che hanno fatto sì che la targa prova sia in una situazione d’impasse pericolosa per tutto il nostro lavoro. Chiediamo un pronto intervento da parte dei Ministeri interessati che chiarisca se necessario la prassi e, semmai, adegui la normativa. Ma occorre che, da subito, cessi un atteggiamento da parte di molti operatori di polizia che, di fatto, “criminalizza” il comportamento quotidiano degli operatori del settore. Vengono sottoposte a sequestro vetture, idonee alla circolazione, che circolano con la targa prova, ma se hanno a bordo la targa prova sono coperte da assicurazione, che siano immatricolate o no. Non si può sostenere che per far provare o portare un’auto usata a lavare è necessario comprare 5 giorni di assicurazione o che, se si tratta di provare un’auto in riparazione, dobbiamo fare circolare i nostri operatori con l’assicurazione del proprietario. Chi fa questo mestiere, oggi, ha bisogno della targa prova. Se si vuole cambiare è obbligo partire dalla normativa, in modo che si possano valutare altri mezzi e ridiscutere i costi con il mondo delle assicurazioni. In Gran Bretagna, con una telefonata si può assicurare l’auto con un costo davvero basso, comunicare l’uscita e il rientro dell’auto dalla concessionaria/autofficina e pagare solo in proporzione. In Olanda si applica la targa prova come avviene in Italia ma con costi davvero ridotti. La problematica aperta dal recente parere del Ministero è fuori dalla logica”.
Il contraddittorio verso il parere del Ministero dell’Interno riguarda anche la conseguente impossibilità, per gli operatori del settore, di applicare la legge del 2002 sulla conformità europea, che richiede una scheda di valutazione e la prova su strada per garantire la efficienza dell’auto usata posta in vendita. Oltre al danno anche la beffa, dato che sempre il Ministero ha comunicato che auto con targa straniera senza assicurazione non possono essere sanzionate.
E il presidente Guidi ribadisce: ”Il pensiero della nostra Associazione è chiaro. Al riguardo ci siamo confrontati anche con Federauto- Federazione dei Concessionari Italiani, che si è già mossa in questa direzione, sia verso i Ministeri sia con una pubblica presa di posizione. Occorre che le autorità competenti intervengano solo nei casi in cui della targa prova venga fatto un uso improprio per perseguire gli abusi. Chi non è autorizzato sia multato, ma gli utilizzi professionali sono da tutelare. L’uso della targa prova ha un costo notevole. E noi lo sosteniamo convinti, per far provare l’auto, nuova, usata o riparata a un cliente, per portarla da una officina a un’altra, per lavare l’auto, eccetera. AsConAuto afferma con forza questo principio di trasparenza e auspica un rapido ripristino della chiarezza dei principi, in base ai quali tutti i soggetti del mercato si devono assumere le proprie responsabilità”.