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In occasione del sessantesimo compleanno di un’icona del mondo dell’auto come la Mercedes-Benz SL, la Casa della Stella ha realizzato un’interessante intervista a Stirling Moss, celebre pilota di Formula 1, classe 1929, che nel corso della sua gloriosa carriera ha vinto 16 Gran Premi, rendendosi protagonista anche di imprese memorabili, a partire dalla 1000 Miglia del 1955 percorsa in 10 ore e 7 minuti all’incredibile media oraria di 157,65 Km/h, a bordo di una Mercedes-Benz SLR (W 196 S).
Nell’intervista Stirling Moss si concentra proprio sulla Mercedes-Benz SLR, raccontando i momenti più belli passati al volante della vincente sportiva della Stella.
Al volante dallìetà di 15 anni
«Ho iniziato a guidare a 15 anni al volante di una Morgan a tre ruote, che in realtà non avrei potuto guidare prima dei 16 anni. Da allora non ho più smesso e ho iniziato ad andare sempre più veloce.»
«Nella mia vita ho guidato più di 180 auto diverse, ma quella che mi è rimasta nel cuore più di tutte le altre è senza dubbio la Mercedes-Benz SLR, in assoluto la migliore auto sportiva mai costruita. Era davvero potente e molto veloce, ma soprattutto era l’erede sportiva di una vettura che ha fatto sognare intere generazioni: la SL ali di gabbiano, che proprio quest’anno festeggia i suoi 60 anni, rinnovandone il mito.»
Un'auto indistruttibile
«Mercedes-Benz aveva anche i motori migliori. La nostra auto non si rompeva mai, tanto che abbiamo perso una sola corsa con la SLR. La Casa di Stoccarda era incredibilmente avanti dal punto di vista tecnico già nel 1955. Ricordo che nella gara di Monaco del 1962 ho impiegato circa 3 ore e tre quarti, un risultato incredibile per l’epoca.»
«In quegli anni era molto importante la forma fisica del pilota, fondamentale per affrontare le corse di lunga durata e per sopportare altissime temperature. La mia SLR era davvero fenomenale, si riusciva a vincere addirittura senza faticare troppo.»
Aveva già l'aerofreno!
«La SLR montava un alettone nella zona posteriore, ma all’epoca non avevamo realizzato che quell’ala ci dava una spinta verso il basso. La downforce era un concetto infatti che allora non esisteva ancora.»
«Quando si correva su un circuito veloce, come per esempio a Le Mans, specialmente alla curva della casa bianca, potevamo alzare l’alettone che istantaneamente rallentava la vettura, spingendola verso il basso. Questo ci consentiva di frenare all’ultimo secondo e di ottenere una tenuta di strada migliore. Penso che la 300 SLR sia la macchina che ho sempre sognato.»
3.0 litri, otto cilindri in linea e 310 CV
La Mercedes-Benz SLR tanto amata da Stirling Moss era sostanzialmente una W 196 da Formula 1 con carrozzeria da gara a due posti. Sotto al cofano pulsava un raffinato propulsore ad otto cilindri in linea da 3.0 litri in metallo leggero, in grado di sviluppare 310 CV.
L’alettone di cui parla il pilota britannico nell’intervista, attivato per le staccate, era un dispositivo chiamato all’epoca “freno ad aria”. Si trattava di un’ala mobile di 0,7 metri quadrati collocata al retrotreno, che veniva azionata durante le fasi di frenata direttamente dal pilota: è l’origine dell’aerofreno nel mondo dell’automobile, un dispositivo oggi utilizzato su tutte le più prestazionali supercar.
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https://www.mercedes-benz.it
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