Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Steve McQueen nutriva una passione viscerale per i motori, sia a due che a quattro ruote. La sua fascinazione lo spinse a partecipare a diverse gare, ma correre in prima persona non gli bastava: McQueen voleva portare l'automobilismo sul grande schermo. L'attore, attraverso la sua casa di produzione, la Solar Productions, si era prefisso un obiettivo decisamente sfidante: girare il film sulle corse automobilistiche più realistico mai prodotto.
E quale gara, se non la 24 Ore di Le Mans, test per eccellenza delle abilità di un pilota, sarebbe stata più adatta per questo scopo? Nacque così il progetto che avrebbe portato alla realizzazione de Le 24 Ore di Le Mans, pellicola dedicata alla storica corsa di durata sul Circuit de la Sarthe uscita nel 1971.
Il film fu un disastro al box office, ma nel corso degli anni è diventato un vero e proprio cult per gli appassionati del motorsport, grazie alle sequenze girate in pista alla 24 Ore di Le Mans del 1970. Alla gara, infatti, fu iscritta come camera car la Porsche 908/02 su cui McQueen aveva corso la 12 Ore di Sebring, per effettuare riprese uniche durante la corsa, in grado di restituire lo spirito delle corse negli Anni Settanta.
La pellicola racconta la storia di Michael Delaney, immaginario alfiere della Porsche impegnato nella 24 Ore di Le Mans del 1971. Delaney si trova più volte faccia a faccia con la vedova di un pilota morto in un incidente cui lo stesso Delaney ha contribuito. Un violento impatto danneggia irreparabilmente la sua vettura, ma Delaney riesce comunque a proseguire con la seconda auto del suo team, cogliendo il secondo gradino del podio.
Le vicende de Le 24 Ore di Le Mans sono rivisitate in una graphic novel, Steve McQueen in Le Mans. Nata dalle matite dell'editore svizzero Garbo Studio, la graphic novel raffigura alcune scene clou della pellicola nei minimi dettagli; il risultato, come si evince dal video, è molto suggestivo.