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Le date sono vicine: si parla del 2026 o 2027 per l'inizio della produzione di auto elettriche italiane presso lo stabilimento di Mirafiori (attualmente in cassa integrazione dove sono prodotte la Fiat 500e e Maserati) in collaborazione con Leapmotor, un partner con cui Stellantis ha stabilito un accordo a ottobre 2023 comprando una quota del 21% dell'azionariato. Le due aziende hanno formato una joint venture con sede in Olanda che si chiama Leapmotor International controllata da Stellantis. Con questa quota di partecipazione e l'apertura verso l'Europa di fatto Leapmotor diventa il 15° marchio nel portfolio di Stellantis
Un annuncio che è già potrebbe essere già una reazione a quanto annunciato dal Ministro Aldolfo Urso che ha invitato "altri costruttori" a venire in Italia per costruire auto e poter godere di incentivi alla produzione nel nostro Paese.
Circa i modelli da produrre non ci sono informazioni, ma l'ordine di grandezza è attorno ai 150.000 pezzi l'anno e fino ad oggi la Casa cinese ha messo a punto un paio di modelli di elettriche adatte per l'esportazione, la suv C10 presentata al Salone di Monaco lo scorso anno e la piccola T03.
La possibile destinazione di Mirafiori a servire come stabilimento "satellite" di Leapmotor International è una strategia già vista, messa in atto anche da BYD con l'annuncio dell'apertura di una fabbrica in Ungheria. Producendo in Italia, vengono evitati i dazi doganali attuali (10%) e i costi di trasporto, oltre che aggirate le penalizzazioni che alcuni Paesi come la Francia stanno mettendo in atto contro i produttori extra EU, oppure la concessione di incentivi solo ai marchi che producono nel Vecchio Continente. L'augurio, naturalmente, è che Mirafiori non si trasformi in una fabbrica "cacciavite" sullo stile della DR ma che continui ad essere un centro di eccellenza nella ricerca e sviluppo di nuove auto com'è stata in passato.
Le condizioni perché il progetto Mirafiori - Leapmotor si realizzi, ha detto Carlo Tavares, sono che "dipende da noi (italiani) dalla nostra competitività sui costi e sulla qualità. Dovremo cogliere l'occasione ad un certo punto", un rimando nemmeno tanto vago alla disponibilità del Governo a concedere in fretta facilitazioni economiche al Gruppo e incentivi. Nel modello di business descritto in passato da Tavares, però, gli stabilimenti italiani sono riservati ai modelli con ampi margini di guadagno perché i costi generali (lavoro, trasporti, energia) sono molto elevati rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea.
Un modello simpatico e forse più rispondente alla domanda attuale del mercato delle elettriche economiche è già in produzione negli stabilimenti cinesi Leapmotor (che è uno dei più piccoli produttori del Dragone): si tratta della cittadina T03 da 3,6 metri (come una Panda) ma con 400 km di autonomia che è già in vendita in Francia attraverso un piccolo importatore a 20.000 euro.