Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La recente imposizione di un dazio del 25% da parte del presidente Donald Trump sulle importazioni da Canada e Messico ha intensificato le difficoltà per Stellantis. Nonostante il rinvio al 2 aprile, Trump ha minacciato di aumentarli al 50% su acciaio e alluminio, scatenando nervosismo nei mercati. Con quasi il 45% delle vendite negli Stati Uniti derivanti da importazioni dai Paesi nel mirino del Presidente USA, Stellantis si trova esposta a rischi tariffari significativi, seppur inferiori rispetto a concorrenti come Volkswagen.
Il precedente amministratore delegato, Carlos Tavares, aveva adottato una strategia orientata all'aumento dei prezzi e alla riduzione dei costi, finalizzata a liberare risorse per lo sviluppo dei veicoli elettrici. Questa scelta ha comportato un crollo del 70% dell'utile netto nel 2022, mentre concorrenti come General Motors hanno registrato utili record. La situazione è complicata dalla ricerca ancora in corso di un nuovo CEO. In aggiunta, Standard& Poor's ha declassato il titolo Stellantis ad appena due livelli da "junk" (spazzatura).
John Elkann ha avviato un processo di riconversione industriale per riportare parte della produzione negli Stati Uniti. Prima dell'insediamento di Trump, Elkann lo aveva incontrato annunciando investimenti per miliardi di dollari destinati agli impianti statunitensi, tra cui la riapertura di una fabbrica in Illinois e l'assunzione di circa 1.000 nuovi lavoratori. L'obiettivo è ridurre l'esposizione ai dazi e rafforzare il legame con il mercato americano.
Un altro aspetto critico riguarda le relazioni con il sindacato United Auto Workers (UAW), deterioratesi sotto la guida di Tavares. Elkann e il responsabile operativo per le Americhe, Antonio Filosa, stanno cercando di ricucire questi rapporti, dialogando anche con la Casa Bianca e chiedendo persino l'aiuto della UAW a intercedere presso Trump, ma il sindacato ha rifiutato perché è preoccupato per i licenziamenti in arrivo.
Stellantis punta a rilanciare le vendite con nuovi modelli come la Fiat Grande Panda in Europa e il Ramcharger, un pick-up elettrico con range externder. Questi progetti, uniti a prezzi più competitivi, dovrebbero contenere la perdita di quota di mercato già evidente sia negli Stati Uniti che in Europa.
La casa automobilistica potrebbe beneficiare di una recente proposta della Commissione Europea per allentare le normative sulle emissioni. La strategia di investimenti negli Stati Uniti e il rilancio di nuovi modelli rappresentano tentativi concreti per invertire una tendenza al ribasso.
Fiat
Corso Giovani Agnelli, 200
Torino
(TO) - Italia
800 342 800
https://www.fiat.com
Fiat
Corso Giovani Agnelli, 200
Torino
(TO) - Italia
800 342 800
https://www.fiat.com