Stellantis punta più sulla Cina che sull’Italia? No, però…

Stellantis punta più sulla Cina che sull’Italia? No, però…
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L’azienda avanza in Cina, con la JV GAC e non solo, mentre attende di confermare gli impegni tricolori e, pare, si spostano finanziamenti vincolanti verso il Bel Paese
27 gennaio 2022

Oggi si parla di Stellantis non solo per la Tonale finalmente pronta, a brevissimo svelata, ma anche per la finanza e la politica. Tavares parla chiaro e forte, sui temi dell’auto elettrica e della produzione, in Italia: poco sostenuta la prima e troppo onerosa la seconda.

Noi ci teniamo al DNA tricolore del gruppo ma contano i fatti, le condizioni e le politiche, per vedere Stellantis che sviluppa la parte italiana invece di altre. Intanto l’azienda accresce le quote nella joint venture cinese, con GAC: da 50% a 75% e, pare, è solo una porzione delle nuove attività che il gruppo vuole realizzare nella patria degli EV.

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Ne sapremo di più ai prossimi appuntamenti istituzionali, dove saranno svelati piani globali. In Italia, nel frattempo, si criticano delle mosse finanziare possibili (almeno da fonte Bloomberg) quelle dove Stellantis, liberandosi da un vincolo di prestito economico italiano (Intesa garantito SACE, del 2020) si leverebbe anche un vincolo di utilizzare tali risorse per forniture e personale italiani. Sarà vero? O è solo uno spostamento di capitali e finanziamenti che non avviene con intenti “logistici”.

L’Italia attende il proprio polo industriale di batterie e auto elettriche, solido e con legami fissi verso grandi gruppi ma il colosso mezzo francese, giustamente, potrebbe tirare acqua al proprio mulino prima di chiudere certe trattative.

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