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I risultati del secondo trimestre del 2024, sommati a quelli del primo, obbligano il Gruppo franco-italiano Stellantis a correre velocemente ai ripari per sanare una situazione di perdite pesanti, cui non è estranea la transizione elettrica e una strategia di riduzione dei costi che non sta funzionando, specialmente sul piano dei prodotti. Il caso Maserati, che abbiamo trattato qui e che si preannuncia irrisolvibile fintanto che il marchio rimane all'intero di Stellantis è solo la punta dell'iceberg. Pochi giorni fa è passato quasi inosservato il perfezionamento dell'intenzione di vendere la maggioranza della Comau (automazione industriale) ad un gruppo americano (One Equity Partners), un'operazione pianificata da tempo ma mai portata a termine e che sta anche attirando l'attenzione (in negativo) del Governo. Questa prima operazione, a detta di Stellantis, consente di focalizzare meglio le attività automotive e avere accesso a finanziamenti freschi per nuovi investimenti.
Il marchio di lusso Maserati ha pagato nel corso dell'ultimo anno una serie di incidenti di percorso che ne hanno stroncato la redditività: uscita di produzione di Ghibli e Quattroporte senza dei modelli sostitutivi, il run out della Levante, scarso entusiasmo per la Grecale, considerata non all'altezza del brand da parte del pubblico (è una Alfa Romeo Stelvio ricarrozzata). Le sportive MC20, Granturismo e Grancabrio hanno mercati di nicchia e sono molto lontane da garantire da sole quella redditività del 15% che si ipotizzava potesse essere raggiunta nel 2025. L'uscita dall'orbita Stellantis per uno sbarco in Ferrari è l'ipotesi più accreditata al momento, e anche la più ovvia viste le parole della CFO americana di Stellantis Natalie Knight perché permetterebbe di sfruttare al meglio il patrimonio tecnico della Casa del Cavallino per impostare un futuro di Maserati all'altezza delle aspettative. La creazione di una nuova area ultramoderna a Maranello (l'e-building di cui abbiamo parlato qui) è un primo passo verso la creazione di un polo tecnologico comune che sviluppi le piattaforme elettriche e ibride per i futuri modelli di entrambi i brand. Vista sotto questo profilo l'intenzione di Ferrari di realizzare la prima EV per l'anno prossimo (da 500.000 euro) e successivamente un altro modello più economico, potrebbe preludere anche a questo passaggio, anzi ad un ritorno, visto che il marchio del Tridente è già stato di competenza Ferrari dal 1997 al 2005. Il sindaco di Modena Massimo Mezzetti chiede chiarezza subito per salvaguardare i posti di lavoro e il marchio Maserati "...che difenderemo con le unghie e coi denti".
Alfa Romeo, come tutti gli altri brand della galassia Stellantis, ha piani di 5 anni che il CEO Tavares prevede come "già finanziati", ma era una dichiarazione degli inizi del 2023 in cui c'era molto entusiasmo per il lancio della Alfa Romeo Tonale e l'annuncio di quella che allora si chiamava B-Suv, poi Milano, poi Junior. Lo stesso Tavares ha ribadito però che se i piani di rilancio non vanno per il loro verso, non si farà scrupolo di tagliare e ridimensionare il portfolio di 14 marchi, anzi 15 dopo l'entrata del brand cinese Leapmotor. Tra i modelli nel radar di Alfa Romeo, però, a parte la Junior, ancora non si vedono prodotti di grande tiratura che possano portare a forti entrate a breve termine: la promessa di uscire con un modello all'anno vedrà la nuova Stelvio con piattaforma STLA Large sul finire del 2025 e la Giulia nel 2026, elettriche ma forse non solo. Dunque, dopo l'arretramento delle vendite registrato dalla Tonale (-15% nei primi sei mesi dell'anno), si punta tutto sulla Alfa Romeo Junior che deve - e sottolineo deve - arrivare a numeri importanti in brevissimo tempo. Magari con uno sbarco negli USA, almeno nella versione full electric negli Stati come Florida e California, cosa che sembra nelle intenzioni del management, che vuole mostrarla ai concessionari americani.
Nei primi sei mesi del 2024 i modelli DS hanno perso il 20% di immatricolazioni in Europa rispetto allo stesso periodo del 2023. C'è in arrivo un nuovo modello elettrico che verrà prodotto a Melfi, ma l'attuale gamma basata su DS3, DS4 e DS7 (ibride o elettriche, anche diesel) ha qualità e prezzi da segmento premium, non proprio quel che ci vuole per fare breccia fuori dalla Francia (piace anche in Spagna). Quindi il brand DS potrebbe essere uno di quelli nel mirino di Carlos Tavares per un ridimensionamento, visto anche che, dal punto di vista del posizionamento, si sovrappone alla rinnovata e futura gamma Lancia.
Il rinnovamento del marchio sta avvenendo con la nuova Lancia Ypsilion che ha iniziato le consegne un po' timidamente lo scorso giugno, quindi è presto per fare i bilanci. Il lineup dei modelli prevede poi la Gamma, un'auto di segmento D sulla piattaforma STLA Medium e per finire la Delta, nel 2028. Questo il Rinascimento auspicato da Luca Napolitano CEO di Lancia, che ha altre piccole sorprese da giocare come la Lancia Ypsilon HF e un impegno nei Rally, ma c'è una sfida meno visibile ma altrettanto importante, la riorganizzazione della rete di vendita in Casa Lancia, tutta da rifare visto che per molti anni il marchio ha dovuto sopravvivere su un unico modello, "vecchia scuola", ma ottimo. Per certi versi il futuro di Lancia è ancora più fosco di Alfa e DS, perché almeno gli altri due brand hanno una gamma che permette di competere con altri marchi in segmenti più redditizi. Anche in questo caso, o la nuova Lancia Ypsilon va in trend, come si dice oggi, e non solo in Italia ma in tutta Europa oppure...
Tra i marchi americani di Stellantis Jeep è sempre stato una roccia, con modelli iconici come la Wrangler e la Gladiator, praticamente senza concorrenti e cose più mainstream come Renegade e Compass (per l'Europa) oppure la Wagoneer e Grand Wagoneer negli States. Nel 2023 è iniziata una trasformazione verso l'elettrico con la Wagoneer S e la futura Jeep Recon, ma i jeepers non sono molto portati alle batterie come del resto gli americani in generale che puntano su Tesla quando si parla di BEV. Però il debutto di nuovi modelli a emissioni zero potrebbe davvero allargare la base dei clienti e attirare proprietari di altri marchi. Il mercato USA è stato quello più critico nel determinare le perdite del 2024, con il CEO Tavares che si è lamentato anche della qualità produttiva del RAM, un altro cavallo di battaglia. "La qualità è scarsa e c'è troppo rework alla fine della catena di montaggio per rimediare ai difetti". Nel mirino lo stabilimento di Sterling Heights, nel Michigan. Dodge si barcamena tra modelli vecchi e l'attesa della Charger elettrica da 670 CV, ma vale lo stesso discorso di Jeep: il ricordo del sound dei V8 è ancora troppo forte in un Paese dove la benzina costa 0,7 euro al litro.
Fanalino di coda Abarth, numeri minuscoli per una manciata di modelli a listino ma in pratica a "esaurimento scorte" per 595 e 695 e la Abarth 500e, un modello che non si vende per molte ragioni, in particolare un prezzo spropositato per un modello che prestazionalmente non è all'altezza. La Abarth 600e annunciata a febbraio ma non ancora ordinabile avrà 240 CV tutti a batteria e andrà inesorabilmente in sovrapposizione con la Lancia Ypsilon HF e la Alfa Romeo Junior Veloce, più potente. Una revisione dei costi e dei profitti potrebbe far saltare all'occhio che le Abarth elettriche del presente non hanno futuro.