Stellantis, Elkann e Tavares su Maserati non vendiamo

Stellantis, Elkann e Tavares su Maserati non vendiamo
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Il management Stellantis , sollecitato a fare chiarezza, smentisce l'ipotesi di Maserati che confluisce in Ferrari. E i programmi elettrici vanno avanti
31 luglio 2024

No, non ci sarà alcun Polo del Lusso: il sogno di Sergio Marchionne non trova spazio negli attuali piani di Stellantis secondo le dichiarazioni rilasciate da Carlos Tavares. I fatti della giornata hanno visto il segretario della UILM Rocco Palombella cercare di risolvere i dubbi sul passaggio di Maserati a Ferrari per raddrizzarne le sorti dopo le disastrose perdite della prima metà del 2024. Nella lettera del segretario, indirizzata a John Elkann, si legge che "l'uscita da Stellantis e la nascita di un polo del lusso Ferrari-Maserati è indispensabile per valorizzare le rispettive caratteristiche qualitative e di mercato e per salvaguardare tutti i posti di lavoro e un settore così strategico per la nostra economia".

Le voci di questo possibile matrimonio, del resto, circolano da tempo e si trova traccia di queste intenzioni anche nelle parole di Natalie Knight, COO di Stellantis, che aveva annunciato nei giorni scorsi "la ricerca di una Casa per Maserati" che permetta di sviluppare il suo business in modo separato dalla governance di Stellantis che fino ad oggi ha dimostrato di non essere in grado di fare grandi progressi con il brand italiano.

La risposta a Palombella di John Elkann è arrivata invece da Carlos Tavares, IL CEO Stellantis, che ribadisce "l'impegno incondizionato per il brillante futuro di Maserati come unico marchio di lusso dei suoi 14 brand" e ricorda e che "ognuno di essi ha un orizzonte di 10 anni per costruire un business redditizio e sostenibile, pur riconoscendo che la volatilità del mercato e le situazioni temporanee possono causare fluttuazioni". Fluttuazioni che hanno portato Maserati a perdere quasi il 50% degli utili di e a chiudere in rosso di 82 milioni di euro, senza modelli sostitutivi per la Ghibli e la Quattroporte e un ritardo incolmabile per i modelli elettrici.

Nella lettera a John Elkann il dirigente della UILM ha ricordato che "lo stabilimento di Grugliasco è stato chiuso e venduto, lo stabilimento Ciro Menotti di Modena, fiore all'occhiello del Tridente, è quasi fermo e l'Innovation Lab sta per essere smantellato, mentre a Mirafiori è cessata la produzione di Levante e a Cassino si producono poche unità di Grecale. Tutto questo ha portato a migliaia di lavoratori in cassa integrazione, alla perdita di posti di lavoro e di preziose professionalità, che in molti casi hanno rafforzato i competitor". 

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