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Carlos Tavares, CEO di Stellantis, non è arrivato, come si dice da noi "a mangiare il panettone". È stato rimosso dalla sua posizione dopo quelli che, evidentemente, il CdA ha considerato come una serie di errori strategici che hanno messo in difficoltà il gruppo automobilistico, anticipati da una drammatico profit warning negli USA ("attenti, gli affari vanno male") a settembre 2024, che è stato uno choc per gli azionisti, una specie di vaso di Pandora che ha rivelato una serie di problemi e brutte notizie tenuti al coperto o minimizzati.
In realtà in passato c'era già stata un po' di burrasca tra i soci di maggioranza e il CEO portoghese, ma lo screzio era passato con le rassicurazioni che "Continueremo a fare quello che sappiamo fare meglio, produrre buoni risultati" e che tutto era sotto controllo, grazie alla sua capacità di gestire la crisi. Ma la sua insistenza su profondi tagli dei costi e aumenti indiscriminati dei prezzi, che nel 2023 e nel periodo post-covid avevano fruttato lauti introiti agli azionisti e giustificato anche il suo stipendio da 23,5 milioni di euro, hanno mostrato forti limiti nel breve termine con i risultati che oramai sono allo scoperto. Le azioni di Stellantis da inizio anno sono diventate tra le peggiori nel settore automobilistico, con un calo del 47%.
Tavares ha resistito a una possibile dimissione ma il suo stile di leadership, definito da molti come abrasivo e troppo focalizzato sugli utili a discapito del capitale umano e della salvaguardia dei posti di lavoro ha suscitato tensioni anche con il Governo italiano, che ha reiterato un'audizione urgente al presidente John Elkann (da lui rifiutata in precedenza sostenendo che "non c'era nulla da aggiungere a quanto già detto da Tavares l'11 ottobre"). Invece, a quanto sembra, c'era molto da spiegare e la mancanza di trasparenza di Stellantis in questa occasione lascia aperti molti interrogativi.
Le difficoltà nelle fabbriche italiane cui stiamo assistendo in questi giorni, accompagnate da scioperi e proteste, hanno irritato più o meno tutti, e Stellantis deve correre ai ripari al più presto. Per far questo ha avviato i lavori di un team di emergenza (battezzato Comitato Speciale che fa tanto Unione Sovietica) che ha tempo fino a giugno 2025 per trovare il successore di Tavares ma anche validare tutte le nomine e le sostituzioni fatte di recente dal manager portoghese, che avrebbero dovuto risollevare le sorti dei vari mercati. Nel frattempo il CEI (Comitato Esecutivo ad Interim) dirige le varie società e i brand, con la presidenza di John Elkann. Si conta molto, per quanto riguarda i futuri prodotti, sul CTO Ned Curic e uno special advisor del calibro di Richard Palmer, che ai tempi di Sergio Marchionne era il responsabile della finanza ed era stato "congedato" da Stellantis nel 2023 dopo più di vent'anni nel gruppo, forse proprio su scelta di Tavares che volle al suo posto Natalie Knight, rapidamente giubilata anch'ella dopo i disastri negli USA.