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Il pacchetto retributivo da 23,1 milioni di euro destinato a Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis, sta scatenando forti proteste da parte degli azionisti del gruppo automobilistico. L’indignazione cresce in vista dell’assemblea generale del 15 aprile, durante la quale gli investitori saranno chiamati a esprimersi — seppur con un voto non vincolante — sulla relazione sulle remunerazioni della società.
Tavares ha lasciato Stellantis a dicembre 2024, dopo un anno segnato da un calo delle vendite e dei profitti, con una domanda in discesa negli Stati Uniti, ritardi nei lanci di prodotto in Europa e tensioni crescenti con politici, concessionari e sindacati. Tuttavia, nel 2025 dovrebbe ricevere un salario base più 12 milioni di euro tra bonus e buonuscita, una cifra che molti considerano sproporzionata.
Tra i più critici c’è Proxinvest, società di consulenza agli azionisti, che ha invitato gli investitori a votare contro il pacchetto retributivo. Il CEO di Proxinvest, Charles Pinel, è stato netto: “Non è accettabile pagare una buonuscita a un manager che ha portato l’azienda a una situazione di fallimento”.
Anche Allianz Global Investors, uno degli investitori più rilevanti, ha definito la remunerazione di Tavares per il 2024 "eccessivamente generosa", sottolineando che le preoccupazioni espresse in passato non sono mai state realmente affrontate da Stellantis.
Non è la prima volta che la retribuzione dell’ex numero uno fa discutere. Infatti, già nel 2023 Tavares aveva percepito 36,5 milioni di euro, e nel 2022 gli azionisti avevano bocciato (seppur simbolicamente) la sua remunerazione in assemblea.
Ora, a peggiorare la situazione, arriva anche Institutional Shareholder Services (ISS), che ha invitato a votare contro l’aumento degli incentivi di lungo termine per i dirigenti, affermando che Stellantis ha già elargito compensi “eccessivi” e che non è chiaro il motivo per cui un ulteriore aumento sarebbe “essenziale” per attrarre un nuovo CEO.
Dopo l’uscita di Tavares, Stellantis è temporaneamente guidata dal presidente John Elkann, in attesa di trovare un successore. Le prospettive non sono rosee: la società ha ammesso di attendersi profitti contenuti per il 2025, a causa della domanda debole in Europa e dei problemi persistenti in Nord America, dove le consegne sono crollate del 20% nel primo trimestre.
Tra le altre richieste di Proxinvest figura anche il non rinnovo del mandato di alcuni membri del consiglio di amministrazione, come Fiona Clare Cicconi, dirigente HR di Google che siede nel board Stellantis dal 2021 in rappresentanza dei lavoratori. Secondo Proxinvest, non dovrebbe ricoprire tale ruolo poiché non è dipendente del gruppo.
Al momento, Stellantis non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, mentre Tavares non ha risposto alle richieste di commento da parte della stampa. L’assemblea di oggi potrebbe quindi rappresentare un momento di svolta per la governance e la trasparenza del gruppo, con gli investitori sempre più determinati a chiedere conto delle scelte retributive e gestionali dei vertici dell’azienda.
(fonte: Automotive News Europe).