Stefano Modena: «In Bridgestone cerchiamo equilibrio nella performance»

Stefano Modena: «In Bridgestone cerchiamo equilibrio nella performance»
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L'ex-pilota di F1, a podio con Ayrton Senna ed Alain Prost al GP di Montecarlo 1989, svolge oggi un importante ruolo di collaudatore per Bridgestone. L'abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare come funziona il collaudo di uno pneumatico
24 ottobre 2012

Milano - Talento sopraffino in F1 - terzo con la Brabham al GP di Montecarlo nel 1989 alle spalle di Ayrton Senna ed Alain Prost e secondo con la Tyrrel nel GP del Canada 1991 - Stefano Modena, oggi 49enne, è una delle punte di diamante del gruppo di collaudatori che lavora per Bridgestone. Con lui abbiamo parlato delle sue mansioni nel team di sviluppo ma anche delle caratteristiche che deve avere uno pneumatico per essere al top.

Stefano, che lavoro svolgi per Bridgestone?
«Il mio ruolo in Bridgestone è quello di collaudatore di pneumatici, sia estivi che invernali. La mia attività si focalizza nel provare varie tipologie di gomme e selezionare, attraverso alcuni test particolari, quelli migliori degli altri in funzione degli obiettivi che vogliamo raggiungere.»

Eppure sembrano tutte tonde e nere ma...
«Vero, uno pneumatico non è una ciambella nera. Ha delle caratteristiche che cambiano notevolmente le performance. Per essere migliore del precedente o per scoprire quale variante di progetto sia migliore dell'altra valutiamo ed interveniamo su diverse aree lavorando su diverse vetture, tipologie d'asfalto e condizioni meteo. Per arrivare al top delle performance bisogna fare dei test accurati su pneumatici che hanno caratteristiche apparentemente simili ma con differenze sostanziali in alcune aree strategiche fino ad arrivare ad ottenere un risultato che sia il più armonioso e piacevole da guidare. Il segreto di una buona gomma stradale, del resto, è proprio questo.»

stefano modena bridgestone
Uno pneumatico ha delle caratteristiche che cambiano notevolmente le performance

 

Quanto c'è di Stefano Modena nelle Bridgestone?
«Noi siamo un team di collaudatori che ci occupiamo di diversi prodotti e di molte case costruttrici. Tutti i ragazzi che lavorano in Bridgestone sono molto esperti oltre che competenti e quindi devo dire che i nostri prodotti sono generalmente frutto di un lavoro di squadra più che di mie indicazioni specifiche. Il mio contributo, in ogni caso, l'ho dato in progetti molto particolari, magari dove c'era da introdurre un concetto nuovo di sportività. In assoluto il collaudatore è importante nello sviluppo ma non c'è una vera percentuale nel mix di competenze che portano poi al prodotto di serie. Di certo quando noi andiamo a provare una gomma ragioniamo come l'utente della strada e non come un pilota perché poi il prodotto su cui lavoriamo, nella stragrande maggioranza dei casi, lavora sulle strade di tutti i giorni e non viene guidato da piloti ma da persone che devono andare in tutta sicurezza da A a B.»

Quali sono le caratteristiche che prediligi in una gomma?
«Quello che voglio da un pneumatico è che sia armonioso, adattabile a qualsiasi tipo di veicolo, molto sicuro e stabile. Deve essere uno pneumatico che si adatta a qualsiasi tipo di vettura perché l'utente deve cambiare macchina, tipologia di strada o condizione meteo trovando nella gomma un punto di riferimento certo in termini di confidenza. Chi guida le nostre gomme deve avere percezione di quello che passa sotto le ruote e la cosa, a differenza di quanto si crede, non si ottiene alzando il livello di reattività o di performance assoluta ma lavorando su parametri che rendono le varie performance il più omogenee possibile.»

Quello che voglio da un pneumatico - dichiara Stefano Modena - è che sia armonioso, adattabile a qualsiasi tipo di veicolo, molto sicuro e stabile


L'omogeneità vale anche per gli hi-performance?
«Certamente anche se poi ci sono modelli su cui valori come la reattività deve essere per forza di cose esaltata, ma sono modelli estremamente limitati. Migliorare la performance di una gomma in termini di cronometro è più facile di quello che sembra ma il rischio è quello di perdere su molti altri fronti. Anche per le hi-performance, con le dovute proporzioni, vale dunque il discorso dell'equilibrio e dell'omogeneità delle prestazioni di cui abbiamo appena parlato.»

bridgestone invernali (3)
Le gomme invernali sono fondamentali col freddo perché danno la possibilità di utilizzare la vettura in qualsiasi momento in quasiasi condizione meteo

 

Che rapporto avete con le Case?
«Il mondo del primo equipaggiamento a me piace moltissimo perché spesso si lavora a stretto contatto con la Casa per adattare le caratteristiche di una gomma alle esigenze di una vettura. Può succedere che alcuni prodotti siano già allineati alle richieste del costruttore mentre in altri casi sono necessarie alcune sessioni di "tuning" per raggiungere il livello desiderato. Non lavoriamo solo su questo genere di pneumatici, in ogni caso, ma anche su quelli che arrivano sugli scaffali dei gommisti in after-market.»

Cosa ti senti di dire a chi non vuole montare le invernali
«Le invernali sono fondamentali col freddo perché danno la possibilità di utilizzare la vettura in qualsiasi momento in quasiasi condizione meteo. Quando si utilizzano le summer in condizioni invernali la mobilità personale è fortemente condizionata dal meteo. Montare gomme specifiche nei mesi che vanno da novembre a marzo, anche su vettura a trazione integrale, offre garanzie di mobilità migliorando allo stesso tempo la sicurezza stradale per chi guida ma anche per chi sta attorno.»

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