Spyker e Youngman: nuove vetture su piattaforma ex-Saab

Spyker e Youngman: nuove vetture su piattaforma ex-Saab
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Il costruttore olandese Spyker e la Casa cinese Youngman hanno raggiunto un accordo per realizzare una nuova gamma di vetture sulla piattaforma Phoenix concepita alcuni anni fa da Saab
28 agosto 2012

L’intricata vicenda della Saab e di tutti i costruttori automobilistici che vi gravitano intorno con diversi interessi, sembra non arrivare mai ad una risoluzione finale, anzi. Col passare dei mesi la questione legata al fallimento del Casa svedese sembra complicarsi sempre di più, implicando ogni volta nuovi protagonisti e provocando spesso risvolti inattesi.

Dopo aver denunciato General Motors per supposti ostacoli creati all'accordo con due Aziende cinesi che avrebbe potuto salvare la Saab infatti (sulla Casa di Detroit pende una richiesta di 3 miliardi di dollari), il costruttore olandese Spyker - ultimo proprietario della Casa di Trollhättan prima del suo fallimento - ha annunciato con una mossa a sorpresa di aver raggiunto un accordo con la Youngman per produrre in Cina una nuova gamma di auto basate sulla piattaforma Phoenix.

La proprietà intellettuale e industriale di questo elemento è totalmente di Youngman, pur essendo nato come progetto per una futura nuova generazione della Saab 9-3 mai portata a termine. La piattaforma Phoenix era stata pagata da Youngman 80 milioni di euro nel 2011 cioè nella fase in cui Victor Muller, proprietario della Spyker, stava vendendo i gioielli di famiglia per far cassa e per cercare di saldare una parte dei debiti contratti da Saab.

Sviluppata all'interno dell'Azienda svedese, con un minimo ricorso a pezzi GM (circa il 10%), la piattaforma Phoenix utilizzava una sospensione anteriore McPherson modificata secondo il principio definito "HiPer strut" e un asse posteriore a ruote interconnesse tramite un elemento deformabile ad H.

Progettata sotto la direzione del "guru" dell'ingegneria Kjell ac Bergstrom (ex Volvo ed ex Fiat-GM), la piattaforma Phoenix era stata ottimizzata anche per poter utilizzare un sistema di trazione integrale con giunto Haldex e un sistema ibrido che Saab aveva sviluppato con la American Axle, oltre che per adattarsi a motori di altri fornitori (al tempo erano stati scelti i 4 cilindri PSA-Bmw delle Mini).

Sfruttando questo "tesoretto" ingegneristico, uno degli elementi più costosi nella progettazione di una nuova auto, la neo costituita Joint Venture Spyker-Youngman potrà dunque far ripartire la produzione della ex Saab 9-3, naturalmente senza poter più utilizzare questo nome. Probabilmente anche a livello di design le future vetture medie nate dalla joint-venture cino-olandese si ispireranno al design che era stato sviluppato per le varianti della 9-3 (5 porte, sedan e wagon) con elementi stilistici ripresi, del tutto legalmente, dalla concept car PhoeniX firmata da Jason Castriota che Muller aveva presentato al Salone di Ginevra del 2011.

Per realizzare questo progetto è stata costituita una nuova Società controllata all'80% da Youngman ed al 20% da Spyker. Oltre alla gamma delle nuove auto - che verranno appunto vendute con il brand Spyker Phoenix - una seconda Joint-Venture, questa volta detenuta al 75% dalla Casa cinese ed al 25% de quella olandese, prevede di realizzare un nuovo SUV di fascia alta, ispirato alla concept D8 Peking-to-Paris che era stata esposta a Ginevra nel 2008.

Oltre alla creazione delle due nuove società miste, Spyker ha comunicato di aver ceduto il 29,9% delle proprie azioni a Youngman per un controvalore di 6,7 milioni di euro ed aver ottenuto un prestito per altri 3,3 milioni di euro.

 

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