Sospesa la patente al figlio di uno dei più forti giocatori del Napoli, Bruno Giordano

La truffa si snoda tra le storie di un ex calciatore del Napoli, Bruno Giordano, e un tifoso che si è spacciato per carabiniere. Carmine Cascio, 36 anni, noto alle forze dell'ordine per precedenti di truffa ed estorsione, si è offerto di risolvere un problema che affliggeva l'amico ex calciatore: la sospensione della patente di guida al figlio di Giordano, ritirata per guida in stato di ebbrezza.

Durante un incontro, Cascio si è presentato come maresciallo dell’Arma, affermando di poter facilitare il recupero della patente attraverso un permesso provvisorio speciale, grazie ai suoi contatti interni. La promessa si concretizza quando, alla presenza di altri ex giocatori, consegna a Giordano un falso permesso di circolazione. Tuttavia, la scoperta dell'inganno avviene poco dopo, quando un controllo stradale rivela la natura falsa del documento, aggravando la situazione del giovane che si vedrà privato della patente per un ulteriore periodo.

Le indagini hanno poi rivelato che Cascio, non nuovo a simili raggiri, si era finto carabiniere per anni, estorcendo denaro in cambio di favori illusori. Le sue azioni non si limitavano a questo: tra i suoi precedenti, figurano condanne per truffe e minacce, inclusa l'estorsione di una somma significativa da una donna in cambio di un inesistente posto di lavoro.

Ora, a seguito delle denunce e delle prove raccolte, Carmine Cascio è stato processato e il pubblico ministero Loredana Carrillo sostiene l'accusa nel processo che vede l'imputato rispondere di contraffazione e abuso di titoli. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di criminalità, dove l'abuso della fiducia e delle speranze delle persone si trasforma in un'arma per crimini sempre più sofisticati.