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Se non proprio una inversione ad U, per lo meno è una curva a 90° per evitare il muro in fondo al rettilineo. Perché è sicuro che ci saremmo andati a sbattere. La notizia è che il bando alle termiche del 2035, già largamente messo in discussione da molti, potrebbe avere uno spiraglio di apertura verso "tecnologie alternative" come le ibride plug-in e le auto con il range extender (EREV).
Un compromesso che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario futuro dell’automotive. Secondo le indiscrezioni raccolte dal settimanale tedesco Der Spiegel, Bruxelles starebbe lavorando per modificare le regole che prevedevano lo stop alla vendita di auto con motore a combustione a partire dal 2035, aprendo invece alla possibilità di commercializzare anche vetture "quasi elettriche" (PHEV) e appunto quei modelli come la Mazda MX-30 REV o la vecchia BMW i3 che hanno un motore termico che ricarica la batteria. Rimangono aperte anche le opzioni degli e-fuel, già accettate da tempo e l'idrogeno. Con una richiesta da parte dell'Italia di ammettere al commercio i bio-fuel.
Un colpo di scena che suona come una “retro con grattata”, una correzione di rotta che ammorbidisce le rigidità iniziali. Dietro questa decisione c’è il riconoscimento del fallimento dell’imposizione forzata dell’auto elettrica: i numeri di vendita non decollano, i costruttori europei arrancano e il mercato rischia di finire nelle mani dei produttori cinesi, leader nella produzione di batterie e veicoli elettrificati.
La mossa della Commissione Europea arriva in un momento chiave: il 5 marzo è attesa la presentazione del grande piano di rilancio del settore automotive, frutto del dialogo strategico tra costruttori, sindacati e politica. L’obiettivo? Semplificare e modernizzare il quadro normativo, senza però strangolare un’industria che ancora fatica a digerire l’elettrificazione forzata.
Il compromesso sulle ibride plug-in potrebbe garantire una maggiore flessibilità, ma solleva anche interrogativi: si tratta di una semplice concessione temporanea o di un vero cambio di strategia? Certo è che la svolta 100% elettrica non è più così certa, e il 2035 potrebbe non essere l’anno della fine dei motori termici. Restiamo sintonizzati per capire quale sarà la prossima mossa dell’Europa e della Presidente Ursula Von Der Leyen.