Smart Road: in Italia si inizierà dal Sud

Smart Road: in Italia si inizierà dal Sud
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La Conferenza internazionale sulla Guida connessa ed automatica a Roma ha discusso di smart road, smart car, smart safety, smart freight.
14 ottobre 2017

Chi non è Smart non va da nessuna parte: è questa anzi la parola d’ordine per la mobilità di oggi e di quella del prossimo futuro.

Dietro di essa si nasconde un ambizioso piano che vede già dal 2019 veicoli collegati alle infrastrutture su cui si muovono, le principali arterie europee, e che interagiscono tra di loro.

Un futuro che per il commissario UE ai Trasporti, la slovena Violeta Bulc, è ormai pronto al debutto, così come annunciato in un video-messaggio agli intervenuti alla Conferenza internazionale di Roma sulla Guida connessa ed automatica organizzata da Anas e World Road Association, dove si è discusso di smart road, smart car, smart safety, smart freight.

Su questo scenario di auto intelligenti e strade connesse, l’Italia vuole essere protagonista: il numero uno di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha annunciato «un progetto dedicato allo sviluppo delle smart road per non farci trovare impreparati: si parte dalla A2 “Autostrada del Mediterraneo” che, in pochi anni, diventerà un corridoio stradale totalmente connesso. E appena il quadro regolatorio lo consentirà, daremo il via a sperimentazioni di guida autonoma su alcune tratte della rete con l’obiettivo di mettere la tecnologia al servizio dell’innalzamento dei livelli di sicurezza».

Uno dei pilastri del piano industriale dell’Anas per il quinquennio 2016-2020 è rappresentato proprio dalla trasformazione della rete in strada connessa: «Inizieremo con la A2 nel tratto Morano-Lamezia Terme fino alla copertura dell’intero tracciato. Il progetto – ha sottolineato Armani – sarà poi esteso ad altre arterie strategiche come il Grande Raccordo Anulare di Roma e l’A91 Autostrada Roma – Fiumicino, la A19 Palermo-Catania, la Tangenziale di Catania e gli itinerari E45-E55».

La Commissione UE, ricordiamo, ha adottato la C-ITS, una strategia comune sui sistemi congiunti intelligenti di trasporto che permetterà di utilizzare sulle strade europee dal 2019, veicoli che possono parlare tra loro e l'infrastruttura.

Ciò porterà, grazie alla connettività digitale, ad un miglioramento significativo nell'efficienza del traffico e nel comfort di guida con effetti positivi sul mercato della guida congiunta, connessa e automatizzata, permettendo anche un potenziale aumento dei posti di lavoro.

«La strategia europea - ha rivelato Violeta Bulc - che prevede un nuovo quadro normativo a livello comunitario entro il 2018 per regolamentare la guida connessa ed autonoma, creerà condizioni per la comunicazione tra i veicoli e l’infrastruttura, rendendo le strade più sicure, riducendo il consumo di energia e, sul lungo termine, integrando i veicoli automatizzati nel sistema di trasporto».

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