Siria: Ferrari F50, Lambo e Bentley nel il garage segreto di Bashar Al Assad [VIDEO]

Siria: Ferrari F50, Lambo e Bentley nel il garage segreto di Bashar Al Assad [VIDEO]
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Ecco tutte le auto di lusso che hanno scoperto i ribelli
9 dicembre 2024

Questa mattina, il governo della Siria è ufficialmente collassato dopo che i ribelli hanno preso il controllo della capitale, Damasco. Bashar al-Assad, al potere da 24 anni, è riuscito a fuggire, ma la sua destinazione è stata rivelata: la Russia, che gli ha concesso asilo politico. Mentre la notizia della sua fuga fa il giro del mondo, un dettaglio inaspettato ha catturato l'attenzione: la scoperta della sua collezione di auto di lusso abbandonata nel palazzo presidenziale.

Video pubblicati sui social media mostrano i ribelli esplorare un grande deposito pieno di veicoli di ogni tipo, dai classici alle supercar, fino a un rarissimo camper a sei ruote. Tra i pezzi più interessanti spiccano una Lamborghini Diablo, una Mercedes SLS AMG, una SL65 Black Series, una Ferrari F50 e un'Audi R8. Non mancano i robusti Toyota FJ Cruiser e Land Cruiser, insieme a un moderno Land Rover Defender.

La collezione include anche veicoli iconici legati al Medio Oriente: una Lamborghini LM002, il leggendario SUV noto come "Rambo Lambo", e una limousine Mercedes 600 Grosser, simbolo di potere per molti leader autoritari. La scoperta più insolita è stata però un Revcon Trailblazer, un camper a sei ruote degli anni '90 costruito su un telaio Ford F-350.

Nonostante la varietà, la collezione è stata definita da molti appassionati d'auto come “mediocre” per un dittatore: mancano pezzi unici di fabbrica o una sfilza di Rolls-Royce, comuni nelle collezioni di altri leader autoritari. Tuttavia, gran parte delle auto sembra essere in condizioni perfette per la guida, un aspetto raro in questo tipo di ritrovamenti.

Questa scoperta non è solo un piacere per gli appassionati di auto, ma anche un duro promemoria del contrasto tra lo stile di vita opulento di Assad e le terribili condizioni vissute dalla popolazione siriana durante i suoi 24 anni di regime. Mentre accumulava beni di lusso, il paese era devastato da una guerra civile durata 13 anni, che ha causato oltre 500.000 morti, torture e fame. La caduta di Assad porta alla luce ulteriori dettagli sul suo stile di vita sfarzoso, gettando un'ombra ancora più cupa sul suo governo.

La capitale Damasco è caduta nelle mani di un'alleanza guidata dal gruppo ribelle Hayat Tahrir al-Sham (HTS) nelle prime ore di domenica mattina. Mohammad al-Jolani, leader di HTS, ha dichiarato che collaborerà con l'ex primo ministro di Assad per garantire una transizione ordinata del potere. Durante un discorso presso la storica moschea degli Omayyadi, al-Jolani ha proclamato la vittoria e promesso un futuro migliore per la Siria.

Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con cautela. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito la caduta di Assad un “atto fondamentale di giustizia”, ma ha espresso preoccupazioni riguardo al passato di HTS, noto per i suoi legami con il terrorismo. Biden ha anche confermato attacchi aerei mirati contro l'ISIS per prevenire una possibile riorganizzazione del gruppo terroristico nel vuoto di potere lasciato dal regime.

Israele ha colto l’opportunità per rafforzare la propria sicurezza al confine e ha condotto attacchi aerei su obiettivi militari vicino a Damasco, per evitare che armi cadessero nelle mani dei ribelli. Intanto, migliaia di rifugiati siriani hanno iniziato a tornare nel paese, celebrando la fine della dittatura. Scene di giubilo sono state riportate non solo in Siria, ma anche in città come Istanbul e Londra, dove la diaspora siriana ha festeggiato la caduta del regime.

La caduta di Assad segna la fine di un'era di oppressione per la Siria, ma apre anche un capitolo incerto. La sfida principale sarà garantire una transizione pacifica, proteggendo i civili e prevenendo ulteriori violenze. La scoperta della collezione di auto, sebbene affascinante, rimane un simbolo del contrasto tra il lusso sfrenato del dittatore e le sofferenze del suo popolo.

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