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E' sempre un'esperienza emozionante partecipare ad un hotlap a bordo di una supercar pistaiola come la Lamborghini Huracan Performante.
Circuito di Misano, Alex Frassineti (campione 2017 Super GT3 PRO) al volante e il desiderio di cercare un possibile confronto tra realtà e simulazione.
Se escludiamo a priori tutti quei titoli ibridi o puri arcade, non sono poi molti i nomi che meritano di essere considerati simulatori commerciali (recenti) di ottima fattura.
Iracing, Rfactor 2 ed Assetto Corsa spiccano tra tutti.
Il giudizio sulla bontà dei software non ha nulla a che vedere con le sensazioni personali: si basa su una valutazione oggettiva e condivisa da migliaia e migliaia di utenti (tra cui diversi piloti professionisti oltre alle immancabili telemetrie).
Abbiamo rivolto questa domanda a Raffaele Giammaria, pilota GT Open, Pro AM nel Blancpain GT nonché responsabile del Young Drivers Program Lamborghini.
«il nostro programma per promuovere 6 young drivers a piloti ufficiali Lamborghini prevede una serie di prove fisiche, psicologiche ed in circuito per premiare i più meritevoli.
Attualmente, a patto di spendere notevoli cifre con simulatori professionali, continuiamo a preferire le prove in pista anche per la didattica»
Nessun simulatore commerciale è stato preso in considerazione a tale scopo, sinonimo del fatto che c'è ancora tanto lavoro da fare per colmare le differenze tra realtà e pura simulazione.
E' ormai palese il boom d'interesse del pubblico per il simracing, specialmente negli ultimi due anni.
Allo stesso tempo abbiamo visto la nascita di vere e proprie competizioni ufficiali come il Porsche Carrera Cup eSport con in palio un sedile per l'ultima gara del campionato reale a bordo della vettura n°70.
Anche Lamborghini potrebbe essere interessata a questo tipo di eventi?
«Potremmo valutare questo discorso ma per ora no comment. La nostra azienda ha numerose priorità ma non sottovaluta mai nulla» commenta Raffaele Giammaria.
A nostro avviso, uno dei valori aggiunti del mondo simulativo è la capacità di attrarre gli appassionati in una grande comunità che si confronta, discute e commenta anche il mondo del motorsport che non vede spesso la luce dei riflettori.
Il nostro simdriver Federico Sciarra ci spiega più a fondo che cosa significa ad oggi simulare.
«La simulazione attrae sicuramente per la sua base fisica vicina alla realtà e per le differenze che esistono tra i tre software sopra citati; ognuno di essi ci trasmette sensazioni differenti che apprezziamo o disprezziamo a seconda del nostro gusto personale.
Tuttavia, il vero punto forte di questo mondo, non è la vicinanza alla realtà ma l'ambiente che si è creato intorno ad esso».
Dalla semplice e scontata competizione (amatoriale o professionale con gli esport), alle amicizie che legano piloti virtuali distanti anche 700 km e, per concludere, alla condivisione di emozioni positive o negative prima e dopo una gara.
«Nella mia triennale esperienza nel mondo della simulazione non ho mai parlato con nessuno che si sentisse al pari di un pilota reale.
E se ci fosse una persona capace di questo pensiero, la inviterei a guardare il video onboard per comprendere le "semplici" sollecitazioni a cui è sottoposto il mio collo: figuriamoci guidare un'auto da corsa o una Formula».
Risulta quindi inutile paragonare due sfere così simili per alcuni aspetti ma completamente lontane per molti altri.
A nostro avviso è importante continuare a coltivare quella che per anni è stata una realtà in ombra senza scadere in dibattiti che molto spesso hanno un inizio e mai una fine.
Tuttavia, se volete avvicinarvi alla realtà della pista mediante la simulazione, preparatevi a sborsare diversi milioni di euro per il simulatore Dallara!