Simulation City, il mondo virtuale di Google per le auto a guida autonoma

Simulation City, il mondo virtuale di Google per le auto a guida autonoma
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Waymo, società di Google, spinge forte sulla guida autonoma. Dopo CarCraft infatti, l’azienda californiana ha introdotto Simulation City, un programma estremamente raffinato per sviluppare la guida autonoma in un mondo virtuale pieno di variabili
8 luglio 2021

La guida autonoma completa, robotizzata e condivisa è, assieme alla transizione energetica verso l’elettricom una delle sfide più grandi per la mobilità del futuro, sviluppata per ridurre al minimo il numero di morti e incidenti sulle strade.

In un mondo in cui i dati, la localizzazione e le abitudini dei cittadini hanno un valore sempre più importante in termini commerciali, non stupisce che colossi come Apple o Google stiano lavorando intensamente allo sviluppo di software idonei con tecnologie sempre più sofisticate.

L’ultima innovazione di Waymo, società informatica che fa capo a Google, ha recentemente introdotto Simulation City, un software estremamente raffinato che ricrea situazioni di guida reali per immagazzinare dati da immettere sulle proprie vetture a guida autonoma. Il sistema è stato affiancato a CarCraft, altro programma sviluppato appositamente con lo scopo di progredire nella guida autonoma in uso da ormai diversi anni, con cui l’azienda di Mountain View ha dati per più di 8 miliardi di chilometri.

Simulation City però, è diverso. Rispetto ad altri software infatti, offre un grado di dettaglio e precisione del tutto inedito. Gli sviluppatori Waymo possono infatti creare leggere gocce di pioggia come l’abbagliamento del sole nel tardo pomeriggio, una situazione in cui i sensori della guida autonoma fanno fatica a lavorare quando (ad esempio) è necessario leggere le luci dei semafori. Ma a fare la differenza è il modo con cui questi dati vengono raccolti, analizzati e catalogati.

Waymo impiega anche i dati sugli incidenti nel mondo reale, replicandoli attraverso Simulation City per istruire i suoi software di guida autonoma. Infine, la società californiana utilizza anche un’intelligenza artificiale battezzata SurfelGAN, per bypassare i motori di gioco tipicamente impiegati sui videogame (come Unreal Engine o Unity) che, rispetto a SurfelGAN, risultano meno precisi nell’analisi delle diverse casistiche.

Il primo traguardo sarà l’introduzione di quelli che, negli Stati Uniti, sono stati battezzati come robotaxi, ovvero mezzi completamente autonomi in grado di portare i passeggeri da un punto all’altro delle città. Alcune sperimentazioni sono già in atto: l’azienda ha infatti a disposizione circa 600 vetture, di cui 300 soltanto in Arizona in un raggio di 160 chilometri quadrati.

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