Silk Way Rally 2019. Dunhuang, l’Ultima Nota del Roadbook

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Russia, Mongolia, il Gobi, finalmente la Cina attraverso il portale della Storia del Deserto. Il Rally Avventura dell’Uomo terminerà a Dunhuang, Provincia di Gansu, tra sabbie e templi scavati nella roccia. 10 giorni in… 10 minuti
5 giugno 2019

Dunhuang, Cina, 3 Giugno 2019. I ricognitori del Silk Way Rallly 2019 sono arrivati alla mèta. Dunhuang. È il traguardo del Rally che parte dalla russa Irkutsk, attraversa l’intera Mongolia da Nord a Sud e si avventura fino all’angolo più a occidente del Deserto del Gobi. Un Rally, una Corsa, non meno Avventura e richiamo storico su più livelli, sociale, commerciale, geografico. In altre parole, un solo grande “wafer” di varia umanità e cultura solidale al lato avventuroso dello Sport, il Rally-Raid.

Dunhuang è stata centro e crocevia vitale. Defilato “forziere” della cultura Buddhista, essenziale luogo di sosta, meditazione e scambio, non solo commerciale, tra l’Oriente e l’Ovest europeo. Dunhuang ha avuto per un millennio un ruolo chiave nella Via della Seta. Per chi veniva dall’Est di Xi’An era il momento geografico in cui finiva la Grande Muraglia Cinese e bisognava scegliere se contornare da Nord o da Sud il terribile Deserto di cui Dunhuang è la porta. Per quelli che arrivavano da Ovest la Città era lo scalo della salvezza, la fine dell’incubo del Deserto.

1.000 anni di espansione, di crescita economica, di incredibile fusione di culture sullo sfondo dei 1.000 templi di Mogao. Impropriamente noti come le “Grotte di Mogao”, i monumenti religiosi scavati nella roccia della falesia sono i forzieri di una delle più antiche e importanti raccolte di documenti della storia. Testi sacri, affreschi, manoscritti e dipinti di varia origine e provenienza che sono arrivati sino a noi, o quasi a noi grazie alla gelosa protezione dalle minacce alternate degli invasori musulmani e dei persecutori dell’Impero. Parzialmente protetto dall’isolamento, Mogao è il segreto di quasi due millenni dei monaci buddisti che avevano fondato la Città e costruito le “Grotte” oggi patrimonio dell’Umanità.

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Dunhuang è l’ultima nota del roadbook del Silk Way Rally 2019. Già sappiamo che sarà chiudere il libro dell’Avventura e rimanere a pensare, a esplorare con la fantasia una storia, il romanzo di una Via commerciale e culturale ripreso oggi nel simbolo di una modernità di scambi tra l’Oriente della Cina e l’Ovest europeo. Anche molto italiano, invero, così come fu Venezia per la Via della Seta originale.

Dal 6 al 16 Luglio sarà anche il simbolo del Rally più vario e intenso, non solo evocativo o gratuitamente difficile ma teso all’esperienza originale del Rally, ovvero dell’Avventura sportiva e della conoscenza.

Ha tutta l’aria di essere una delle più grandi sfide dell’anno. Moto, Auto e Camion. A caso (poi ci torneremo sopra) Sam Sunderland, Nasser Al Attiyah, Andrei Karginow, ufficiali rispettivamente KTM, Toyota, Kamaz. Sono gli “ambasciatori” di una grande battaglia agonistica annunciata.

Irkutsk, Russia, Bajkal, Ulan Ude, Ulan Bator, la Capitale della Mongolia, Mandalgovi, Dalanzadgad, Bayinbaolice, si entra in Cina, Alashan, Jianguguan, Dunhuang. 5.000 chilometri di Siberia, Mongolia, Cina, oltre 2.700 di Settori Selettivi, non una sola giornata di riposo per 10 giorni… ma se avete dieci minuti di tempo per viaggiare… nel tempo e in anticipo, potete seguire e “provare” la rotta del Silk Way Rally 2019 sul video.

Da Moto.it

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