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Xi’An, 22 Luglio 2017. Oltre 9.500 chilometri, di cui 4.000 e passa di Prove Speciali, quattordici tappe attraverso Russia, Kazakhstan e Cina, da Mosca a Xi’An, e a vincere la settima edizione del Silk Way Rally è ancora la Peugeot 3008 DKR con i Campioni in carica Cyril Despres e David Castera. Primo lo scorso anno, e primo quest’anno, si può affermare che il fuoriclasse francese inizia a far fruttare anche con le Auto la collaudata filosofia di gara portata al successo in cinque edizioni della Dakar in Moto.
Ma andiamo con ordine. Dopo la giornata di riposo di Urumqi, il Silk Way Rally cambia tutto. Principalmente scenari e spessore tecnico, come se fino alla giornata di riposo si fosse scherzato. Vuoi perché è sfortunato, vuoi perché non ha avuto… il senso dell’umorismo, sta di fatto che alla ripresa delle ostilità Sébastien Loeb, leader con un’ora di vantaggio, butta la gara. La sua, sino ad allora, splendida gara. Vien fatto di pensare che il fuoriclasse francese, eroe di WRC, Pyke’s Peak, WTCC eccetera, eccetera, abbia preso troppo alla leggera il frangente e abbia commesso un errore grave, dunque fatale. Ma in “difesa” del compagno di Squadra viene un altro fuoriclasse francese specificamente esperto, l’autentico re del Rally-Raid Stephane Peterhansel. “Peter” spiega come stanno le cose. Il Rally-Raid è bravura, talento e molta esperienza. Certe cose non arrivano da sole e bisogna viverle per mandarle in archivio sotto forma di insegnamento. Ne consegue che certi errori non si possono evitare se prima non si è imparato a conoscerli. Loeb si è infilato in un “uadi”, un canale scavato dall’impeto dell’acqua che, una volta asciutto, può rimanere perfettamente invisibile nascosto dal profilo del terreno, cosicché quando ci arrivi sopra è già troppo tardi, sei dentro. È successo un’infinità di volte e Loeb, spiega ancora Peterhansel, ha pagato carissimo quello che, in fin dei conti, è un piccolo errore.
Fermo ore e ore in pista, Loeb ha atteso l’arrivo del Camion di Assistenza, nel frattempo Peterhansel è andato a vincere la Speciale davanti a LU Binglong e LIU Kun, terzo successo personale e ottavo di Peugeot, e Cyril Despres ha rilevato la leadership della Corsa, ora davanti a Han Wei e Bryce Menzies. Finalmente notte all’arrivo di Hami, oltre i primi cordoni di dune del Rally, 800 chilometri in totale e 421 di Speciale, Loeb ha incontrato il suo Direttore, Bruno Famin. La 3008 DKR “Maxi”, dominatrice della prima parte del Silk Way Rally, si potrebbe anche riparare nottetempo, ma non la mano infortunata del Campione. Niente da fare, come diceva Peterhansel, un piccolo errore pagato carissimo. La corsa di Loeb è finita.
Il giorno successivo, la decima tappa porta a Dunghuang con una Prova Speciale di 360 chilometri. Le strategie di Peugeot sono modificate ed è stata eretta una fortezza in difesa della nuova leadership di Cyril Despres e David Castera. Lo stesso Equipaggio cala il ritmo, naviga a vista insieme a Peterhansel e Cottret, si fa sorprendere da una nota a una cinquantina di chilometri dall’arrivo, e si perde. Poco male, il danno è solo psicologico. Vincono per la prima volta Edoardo Amos e Sébastien Delaunay con il Buggy Two Wheels Drive. Una sorpresa e una vittoria, meritata, che tuttavia allarga appena l’orizzonte del Rally tutt’ora dominato dalle Peugeot e dai Camion Kamaz, anche oggi vincitori con Nikolaev, nonostante la sfuriata sfortunata del Tatra di Kolomy, e leader con Sotnikov.
Il 19 il Silk Way Rally raggiunge Jiayuguan con una Tappa piuttosto lunga, quasi 800 chilometri, ma una Speciale relativamente corta, “appena” 240 chilometri, poiché altrettanti di speciale si sarebbero dovuti correre sulle dune ora entrate sotto la protezione di un Parco Nazionale. E così potete farvi un’idea degli scenari attraversati dal Rally. Il fatto è, comunque, che la Corsa diventa più impegnativa ogni giorno che passa, e anche quel 20% di dune della Speciale odierna è un “esame” difficile. Per non parlare del martirio di sassi e ghiaia di buona parte della prova. Comunque, niente di sensazionale, il SWR sembra aver ormai sparato i suoi colpi di scena, e si avvia verso il gran finale con delle giornate estremamente impegnative ma equilibrate sotto il profilo della selezione. Se il giorno prima era stata la prima volta di Edoardo Amos, oggi tocca per la quarta volta a Stephane Peterhansel, e per la nona a Peugeot. La vittoria ha un sapore misto, amaro se si pensa che nonostante “Mister Dakar” continui a vincere la sua Gara è compromessa dall’incidente della quarta Tappa, dolce se si considera che Peterhansel è andato a vincere dopo aver assicurato al compagno di Squadra Despres l’assistenza che si “deve” al leader. Dal canto suo Despres, secondo davanti alle Mini di Al Rahji e Menzies, e l’americano scavalca Han Wei al secondo posto della generale, si imita a “mangiare” i chilometri che lo separano da ogni fine tappa stando molto attento a non fare “indigestione”. Un compito non certo impossibile per il vincitore di cinque Dakar in moto e Campione in carica del Silk Way. Nella Gara dei Camion, Kolomy completa l’opera sfiorata il giorno precedente, ma il Tatra del ceko si avvicina di poco ai Kamaz di Sotnikov e Shibalov, apparentemente imprendibili.
20 luglio, due tappe alla fine quando si arriva ad Alashan Youki, e si riprende con la grande incertezza dei Rally-Raid. Tutto bene, o quasi, fino alla parte finale della Speciale, 250 chilometri sul totale di 480 della Tappa, vittoria di Christian Lavieille con la cinese Baicmotors BJ40l, dune all’inizio e dune verso la fine. Più toste queste ultime in un paesaggio mozzafiato. È il Deserto del Gobi, e lì i minuti volano “pericolosamente”. Ne perde una ventina Despres, ma il rallentamento indolore è imputabile a un po’ di “sharing” dell’enorme patrimonio di vantaggio, un insabbiamento e un problema di servosterzo. No problem, le braccia di un Motociclista possono tenere la tonnellata e mezzo della DKR 3008 per una cinquantina di chilometri, e poi ci sono Peterhansel e Cottret a guardare le spalle al più giovane compagno di Squadra. Ne perde di più sostanziosi, invece, Bryce Menzies, “piantato” nella sabbia a guardar passare il tempo e gli avversari, fino a concedere la seconda posizione a Han Wei e la terza a Christian Lavieille.
Non i sono grossi cambiamenti, ma non sono tali da perdurare blindati fino alla fine del Rally. Diremmo piuttosto che c’è sempre del movimento, un po’ di agitazione. E un po’ di pioggia, fastidiosa ma salutare per la “portanza” delle dune. Tensione che non tocca Edoardo Amos, ormai ospite fisso dell’élite della classifica. Ancora e sempre movimentata la Gara dei Camion, si ferma Kolomy e rallenta Sotnikov, cosicché a Shibalov, fino a quel momento guardia difensiva del duo Kamaz di testa, è concesso di farsi delle idee. Tre minuti soltanto da Sotnikov.
La penultima Tappa porta a Zhongwhei, altri bei 700 chilometri con due Speciali per un totale di 320. Bellissima la prima parte della giornata, tracciata nella magnificenza delle dune a cattedrale, più “secca” e scorrevole la seconda. Regime di conserva per il leader della Gara delle Auto, maggiore tensione per la corsa ai due ultimi posti del podio e nella Gara dei Camion. È l’ultimo giorno in cui si può fare la differenza, a parte gli eventuali colpi di scena, e sarà invece proprio l’ultimo. L’ultimo “strappo” sulla corta speciale di Xi’An, infatti, viene cancellato a causa del maltempo (e ti pareva), e il risultato finale del Silk Way Rally 2017 viene congelato al termine della tredicesima tappa.
Le penultima trappa diventa dunque il teatro “inconsapevole” degli ultimi fuochi del Rally. Edoardo Amos, ormai tra gli adepti del grande giro, vince la prima Speciale e Stephane Peterhansel, guardia volante di Despres, la seconda portando a 5 il numero, record, dei successi personali e di Tappa. Despres viaggia con le spalle protette e si accontenta di macinare gli ultimi chilometri, conclude al secondo posto, vince il Silk Way Rally 2017 ed è “consacrato” per la seconda volta consecutiva.
L’ultima bagarre del Deserto di Tenger è quella per la conquista degli altri due posti sul podio di Xi’An. Giornata nera per le Mini, che si perdono insabbiate nel finale, ed esaltante per Christian Lavieille, che porta la BaicMotor al secondo posto soffiandolo alla Geely SMG di Han Wei, anch’egli rallentato nel finale. Amos e Delaunay sono quarti assoluti, Peterhansel recupera un eccellente quinto posto finale e le due Mini di Al Rahji e Menzies conservano un posto nella top ten. La gara dei Camion si conclude con lo strapotere dei Kamaz, Sotnikov, Shibalov e Mardeev suo podio del Rally (quasi) di Casa.
Il dominio delle Peugeot è apparso subito chiaro e non è stato mai messo in discussione. In testa dalla prima all’ultima Tappa, con Peterhansel, Loeb e, infine, con Despres, le 3008 DKR e 3008 DKR “Maxi” si sono dimostrate ancora una volta inarrivabili conquistando dieci delle tredici Tappe disputate, e “portando a casa” anche sette “doppiette” e due “triplette”. Non fossero intervenuti gli incidenti di Peterhansel, nella quarta tappa, e di Loeb, alla ripresa delle ostilità dopo la giornata di riposo, è assai probabile che il risultato globale delle Peugeot potesse essere assai più “rotondo”. La 3008 “Evoluzione” ha mantenuto l’affidabilità e proposto, con la versione “Maxi”, un nuovo punto di riferimento per la prossima Dakar che parte tra sei mesi.
L’anno prossimo, assicurano gli Organizzatori del Silk Way Rally, anche le Moto!