Siegfried Stohr: “Pilota senza ali – Non era la mia Formula Uno”

Siegfried Stohr: “Pilota senza ali – Non era la mia Formula Uno”
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Il mondo delle gare automobilistiche raccontato da una prospettiva inedita
14 dicembre 2016

L’ex pilota Siegfried Stohr nel suo nuovo libro racconta le vicende vissute in pista miscelandole con l’analisi psicologica: in lui, infatti, convivono queste due anime ed il risultato del cocktail è assolutamente intrigante.

In “Pilota senza ali – Non era la mia Formula Uno”, Stohr descrive il mondo delle corse automobilistiche da una prospettiva inedita, distaccata ed insieme coinvolgente, accompagnando chi legge in un viaggio ricco di ricordi, emozioni e riflessioni.

In fondo, un po’ lo stesso stile che Siegfried portava in pista e lo rendeva un pilota speciale, lontano dal cliché del rubacuori e del bon vivant e più vicino ad una dimensione mistica del rapporto con l’automobile.

Siegfried Stohr, che corse in Formula Uno nel 1981, dopo alcuni anni nei kart e nelle formule minori, oltre che pilota è, come detto, anche psicologo e si trova quindi doppiamente nella condizione di raccontarci dal di dentro cosa passa per la mente di un pilota offrendo al lettore la possibilità di rivivere le emozioni di quell’ambiente.

«Arrivato in Formula Uno, pensai che era fatta - scrive Stohr nel suo nuovo libro - ma dentro di me dissi che ci avrei corso solo tre anni, non di più. Chissà perché. Tre anni? Forse avevo già capito che quella non era la mia Formula Uno. Era la F.1 degli altri. E io rimpiangevo l’ambiente caldo e amichevole delle corse che mi avevano portato fino a lì. Così oggi penso che in Formula Uno non ho mai corso: ci sono solo stato. Ma da qualche parte della griglia, quell’anno, c’ero anch’io».

Siegfried Storh in Formula Uno: quasi un marziano per quel mondo
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Da questa considerazione inizia un viaggio speciale tra ricordi, sogni, riflessioni, aneddoti che ci conduce nel mondo di Stohr, nella sua passione per la velocità (e poi per la montagna) nella sua veloce carriera fino all’annata difficile in una F1 lontana dai tempi eroici, ma che mette sempre alla prova un pilota, cioè un uomo, con i suoi limiti, le gioie, le sofferenze, gli entusiasmi, le sconfitte.

«Questo libro si è sviluppato in un mese, poi quotidianamente con l’aggiunta di piccole riflessioni, piccoli affreschi di ricordi. Ogni giorno un fatto apparentemente banale della mia vita ne faceva tornare alla memoria uno della mia carriera di pilota, o quello di un collega - spiega l’autore - Ho proceduto per anelli di catena ai quali trovavo attaccati altri anelli. Così piano piano toglievo la polvere dai ricordi. Perché la polvere alla fine ricopre ogni cosa. Da bambino mi aveva colpito un brano dell’Ecclesiaste, inserita nella Bibbia: “Vanità delle vanità, il tutto è vanità”. Non ricordo chi mi ha letto questa frase, sarà stato a catechismo. Una frase pesante da leggere ad un bambino di dieci anni. E che non mi piaceva. Così ho cercato un senso nella mia vita, prima come pilota di kart, poi come psicologo, infine nuovamente come pilota. Cercare un senso alla propria vita ti dà una direzione, una meta. Equivale a chiederle qualcosa; ed anche a dare qualcosa in cambio. Come pilota ho avuto tanto e credo di avere regalato in cambio un po’ di emozioni. Ho scoperto così che se tutto è vanità, è comunque molto bello. Noi non possiamo “allungare” la nostra vita, ma possiamo però “allargarla“. Una vita si allarga quando i nostri piccoli orizzonti trovano nuove dimensioni ed il nostro sguardo si posa su nuove opportunità».

Insomma, pilota sì, ma con una bella testa pensante sulle spalle.

«Per gli appassionati di motorismo - ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI alla presentazione del libro - Siegfried Stohr è un modello non solo di uomo sportivo, ma anche di pilota capace di trasmettere al pubblico il valore della guida sicura. Non si diventa piloti per caso: ogni driver completa un percorso formativo prima di scendere in pista e solo i più bravi, indipendentemente dai trofei conquistati, riescono a tramandare ed a diffondere nel sociale gli insegnamenti ricevuti. L’esperienza di Stohr è quella di un campione al servizio degli altri prima ancora che a se stesso.

La copertina del nuovo libro di Storh
La copertina del nuovo libro di Storh

Siegfried Werner Stohr, nato a Rimini il 10 Ottobre 1952 da padre tedesco e madre italiana, dal 1969 al 1971 ha fatto parte della nazionale italiana ai campionati europei e mondiali di kart. A 24 anni ha debuttato alla guida di una monoposto diventando campione italiano di Formula Italia e di Formula 3 nel 1977 e nel 1978, per poi passare in Formula 2 vincendo il Gran Premio di Enna del 1980. Nel 1981 ha partecipato al Campionato Mondiale di Formula Uno guida di una Arrows ottenendo come miglior risultato un settimo posto al Gran Premio d'Olanda. Laureatosi in psicologia (indirizzo applicativo) all’Università di Padova, dopo il ritiro dalle competizioni gestisce presso l'autodromo di Misano una scuola di guida sicura, una delle prime in Italia ed è una delle più importanti in Europa. Le sue competenze in psicologia gli hanno permesso di sviluppare un metodo di guida sicura che promuove anche una guida improntata sull’equilibrio mentale.

Siegfried Stohr - “Pilota senza ali“ - 238 pag. - Fucina editore - 19 euro

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