Sicurezza stradale: nel 2014 morti in aumento. E il 2015 conferma la tendenza

Sicurezza stradale: nel 2014 morti in aumento. E il 2015 conferma la tendenza
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A Forumautomotive, andato in scena a Milano alla presenza di grandi esperti del mondo dell'automotive tra cui il nostro Nico Cereghini, si è parlato anche di sicurezza stradale con i primi dati sui morti del 2014, in controtendenza rispetto al periodo 2001-2013
22 ottobre 2015

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Il numero di morti sulle strade è in aumento. Questa è la drammatica anticipazione (l'ufficialità arriverà in sede Aci il prossimo 3 novembre) lanciata da Giuseppe Bisogno - Direttore del Servizio Polizia Stradale - alla presenza di alcuni tra i massimi esponenti del mondo dell'auto e della mobilità nazionale, tra cui il nostro Nico Cereghini. La conferma, che arriva dopo un periodo 2001-2013 in costante discesa, parla di 3.350 vite perse sulla strada e la cosa è davvero drammatica se si pensa che il 2015 sembra confermare questa tendenza: nei primi 9 mesi di quest'anno, infatti, il numero di incidenti mortali è di 36 unità superiore a quello dello stesso periodo dello scorso anno. 

 

Rispetto a quanto si ipotizzava nel 2010, dunque, l'obiettivo di una riduzione del 50% rispetto alle 4.114 unità del 2010 sembra allontanarsi ed il motivo è da ricercare in moltissimi fattori, alcuni dei quali sembrano essere legati all'utilizzo dei telefoni e, come al solito, ad alcool e droghe. 

Cellulare alla guida: come viaggiare per 300 metri a occhi chiusi

«Abbiamo sfruttato al massimo - ha dichiarato Giordano Biserni, Presidente dell'ASAPS - tutte le tecnologie offerte dallo Stato in termini di prevenzione e controllo. Autovelox ed etilometri sono stati utilizzati con il massimo impegno possibile nei confronti della sicurezza, ma non è bastato. Dovremmo forse avere una presenza più massiccia degli agenti sulle strade a controllo anche di fenomeni, come quelli dell'uso del cellulare, ormai divenuti una vera e propria piaga sociale». 

 

Le sanzioni relative all'utilizzo del cellulare, infatti, sono sì in netto aumento ma la cosa è solamente la conseguenza dello smodato utilizzo del telefono cellulare da parte dei guidatori. Ed è davvero una cosa pericolosissima: considerando che un messaggio si scrive in 10 secondi ed a 130 km/h si percorrono 28 m/s, infatti, è come se per 280 metri d'autostrada si viaggiasse di notte a fari spenti. Una cosa davvero inconcepibile. 

 

Non ci sono solo dati negativi: la mortalità sulle strade è in calo nella fascia di automobilisti d'età inferiore ai 30 anni ma questo dato potrebbe anche essere frutto di un minor utilizzo dell'automobile da parte dei giovani, in particolar modo di quelli appena entrati in età di patente. 

nico cereghini
Per Nico Cereghini i campioni del motorsport devono dare l'esempio agli spettatori

Cereghini: «Anche lo sport deve essere d'esempio»

Il lavoro da svolgere, ricorda il nostro Nico Cereghini intervenuto nel corso del dibattito, «riguarda tutto e tutti anche per quanto concerne lo sport. Bisogna spiegare alle persone che un'auto o una moto con l'ABS è molto più sicura rispetto a quelle di precedente generazione prive di questo accessorio ma bisogna anche far capire a persone simbolo del motorismo mondiale che per evitare incidenti e conseguenze gravi è necessario lavorare su tutti i fronti: non è possibile, sottolinea Cereghini, che per questioni di confort i piloti di motocross non siano obbligati ad indossare le protezioni. Milioni di persone li guardano, molte di loro possono pensare che non serve proteggersi per andare in moto. Quando in realtà non è così». 

 

Tra le varie proposte per migliorare la sicurezza ne è emersa una relativa alle campagne shock tanto di moda in Francia, ma anche la necessità di aumentare e facilitare l'accesso ai corsi di guida per i giovani: Paolo Andreucci, 9 volte campione italiano rally, sotto questo punto di vista è stato molto fermo e deciso. 

 

A chiudere la serie di interventi anche un interessante passaggio di Nico Cereghini: «Spesso gli incidenti tra auto e moto sono causati da ultraottantenni che non potrebbero evidentemente guidare un'auto. Ci vorrebbe davvero più controllo anche su queste cose da parte delle istituzioni. Speriamo che nei prossimi anni si possa dare un importante giro di vite a riguardo». 

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