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Rotterdam è protagonista per il quarto anno consecutivo della sfida che vede protagonisti oltre 200 equipaggi da 30 Paesi sul circuito cittadino olandese. Non si lotta per il miglior tempo sul giro. Al centro della Shell Eco-marathon sono l'innovazione tecnologica e il risparmio energetico. Gli oltre 50.000 studenti in gara mostreranno all'Europa i loro incredibili prototipi, in grado di percorrere migliaia di chilometri con un litro di carburante (avete letto bene).
La Shell Eco-marathon compie 30 anni. La prima edizione risale al 1985 e oggi si presenta come la competizione mondiale più importante nell'ambito della efficienza energetica. La corsa inventata da Shell è anche un punto di incontro speciale tra il mondo accademico e le aziende. C'è inoltre uno scambio di informazioni tra la Shell e i ricercatori, che sono chiamati a utilizzare i lubrificanti di ultima generazione per ridurre al minimo gli attriti interni del propulsore. E i risultati si vedono sul campo. Il nostro Paese è rappresentato da 8 team provenienti da 6 Università e 2 Istituti tecnici.
Gli studenti sono presenti a Rotterdam con veicoli da loro interamente progettati e costruiti. L'Italia schiera cinque veicoli nella categoria Prototipi e tre nella categoria Urban Concept: Herbie 3.5 (P) dell’ITIS A. Rossi di Vicenza, FaBI-Sparkless (P) e +39D dell’ITIP L. Bucci di Faenza, Escorpio EVO (P) dell’ITIS L. da Vinci di Carpi, IDRA (P) e XAM del Politecnico di Torino, Daphne 2.0 del Politecnico di Milano e Potentia II dell’Università degli Studi della Basilicata. Alla compagnia petrolifera va quindi il merito di investire sulla fornitura di energia ai propri clienti, puntando al contempo a limitare l'impatto delle operazioni sull'ambiente.
Soprattutto Shell sta investendo dal 1985 nella formazione dei giovani studenti, sia delle università che degli istituti tecnici. Studenti che vengono chiamati a lavorare con le aziende e a interagire in modo interdisciplinare, acquisendo esperienze che poi si riveleranno essenziali nel mondo del lavoro. Di questa importante attività ha parlato con noi Patrizia Sferrazza, Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione di Shell Italia.
A Rotterdam innovazione e efficienza energetica sono i temi principe della Eco-marathon.
«Il 2015 è un’edizione entusiasmante della Shell Eco-marathon, non solo perché si celebra il suo 30° anniversario e nel corso della manifestazione ci sarà occasione di ripercorrere la storia e i successi di questi tre decenni, ma soprattutto perché ogni anno ci si confronta con nuove sfide alla ricerca di soluzioni e tecnologie che possano contribuire alle sfide globali per il futuro dell’energia e della mobilità».
Qual è il rapporto di Shell con gli studenti in gara? C'è un reale scambio di informazioni utili alla ricerca e che quindi avranno ripercussioni sulla nostra vita quotidiana?
«Sicuramente la nostra compagnia ha un ruolo di primo piano. Basti pensare ai lubrificanti di ultima generazione Helix sintetici, realizzati partendo dal gas naturale e largamente impiegati nella Eco-marathon proprio in virtù dell'alta protezione offerta unita agli attriti estremamente ridotti. Il team italiano di Faenza impiega poi il nostro carburante GTL (Gas To Liquid), quindi c'è una collaborazione molto stretta di cui siamo orgogliosi».
Da due anni avete un premio particolare, denominato Tribology Award. Di cosa si tratta?
«Il Shell Helix Tribology Award premia i team che sfruttano al meglio la tecnologia dei lubrificanti per migliorare l'efficienza del loro veicolo. Sappiamo infatti tutti che i lubrificanti contribuiscono in modo evidente alla riduzione dei consumi. Questo premio incoraggia quindi gli studenti a considerare i lubrificanti come una componente essenziale per ridurre il consumo e incrementare l'efficienza energetica».
Vediamo gruppi di studenti entusiasti, contenti di esprimere il loro talento e di cercare innovazioni in una applicazione pratica
Torniamo agli studenti italiani che partecipano alla Eco-marathon. Cosa imparano in questa esperienza?
«Vediamo gruppi di studenti entusiasti, contenti di esprimere il loro talento e di cercare innovazioni in una applicazione pratica. Passano da uno studio teorico a una pratico in cui si confrontano con le diverse abilità necessarie a realizzare un progetto complesso. Ci siamo confrontati negli anni con studenti di ingegneria meccanica che hanno lavorato in perfetta sinergia con architetti per la parte di design o con le facoltà di comunicazione per avviare progetti in cui si dovevano reperire sponsor. Lo stesso Politecnico di Milano è riuscito a vincere il Communication Award per due volte negli anni passati».
Oltre agli studenti, gioca un ruolo di primo piano il mondo accademico. Qual è il suo peso, anche economico?
«La risposta è molto positiva, soprattutto da parte delle Università che sono naturalmente più prossime al mondo del lavoro. Il Politecnico di Milano ha iniziato a partecipare nel 2003, negli anni ha realizzato diversi veicoli. Anche il Politecnico di Torino, che prende parte alla manifestazione da 7 anni, ha messo in campo uno urban concept studiato per la mobilità urbana. Ha già un design e una funzionalità vicini a un veicolo di normale produzione. Shell fa ricerca e sviluppo nei propri laboratori, ma qui dà ai giovani una piattaforma sui cui sperimentare il meglio del talento loro e dei loro colleghi. Due anni fa un team svedese è riuscito a fare immatricolare il suo veicolo in gara alla Eco-marathon e oggi è regolarmente venduto».
Quali altre iniziative avete in Italia per affiancare i giovani e avvicinarli al mondo del lavoro?
«Abbiamo diverse attività. Siamo presenti nel settore dei lubrificanti e siamo partner di eco-patente (il progetto gratuito che forma istruttori di guida e neopatentati a una condotta più sicura e diffonde informazioni sul corretto ed ecosostenibile utilizzo dell'autovettura. Nda). Avremo modo di aggiungere al programma di ecopatente una serie di informazioni sulla scelta del lubrificante e sulla cura dell’auto per ottenere un impatto migliore sull’ambiente».
C’è una regione italiana in cui siete particolarmente presenti?
«Sì, direi sicuramente la Basilicata. Qui nel 2010 abbiamo lanciato il progetto Shell Inventagiovani. È un programma di investimento e sviluppo sostenibile promosso da Royal Dutch Shell volto a incentivare l’imprenditorialità giovanile. L’obiettivo non è dare soldi, ma fornire supporto, formazione e servizi di orientamento e di consulenza ai potenziali imprenditori di domani che abbiano un’idea di business. Si rivolge ai giovani della Basilicata di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nel mondo del lavoro mancava infatti a livello locale una preparazione adeguata a fare un business plan, fondamentale per passare dall’idea ai fatti».
Sta a noi saper stimolare i giovani e proporre quelle occasioni concrete di confronto con progetti che incontrino le esigenze dei ragazzi
Che risultati avete ottenuto?
«I risultati sono sorprendenti. Questo è un progetto che Shell realizza in altri 25 Paesi. In Italia abbiamo lanciato sette imprenditori, che hanno dato corpo alla loro idea di business in Basilicata. Altri due sono in startup. La Basilicata soffre l’abbandono dei giovani che cercano lavoro altrove, per questo aver dato supporto alla realizzazione di sette idee imprenditoriali è per noi una grande soddisfazione. Sono interessanti le idee che nascono. Il primo imprenditore ha aperto una linea cosmetica, partendo dal latte di asina prodotto dai suoi genitori. Un’altra ragazza, sulla spinta del turismo in aumento in Basilicata, ha inaugurato un corso di inglese itinerante, che raggiunge i paesi più remoti con un pulmino e forma gli operatori turistici. Anche le altre iniziative sono molto interessanti».
C’è tanta attenzione ai giovani da parte di Shell, basta vedere la gara di Rotterdam. E la risposta va oltre le aspettative, il messaggio è incoraggiante
«Sì, sta a noi saper stimolare i giovani e proporre quelle occasioni concrete di confronto con progetti che incontrino le esigenze dei ragazzi. Vanno coinvolti nella costruzione del loro futuro, la risposta sarà sicuramente entusiasmante».