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Dilemmi sulla motorizzazione dell’auto più adatta da comprare nel 2020? Svaniti come certi elementi nell'aria, come i costi di certe ZTL: aperte e gratuite, tanto non ci transita più nessuno.
Il settore dell’auto sta vivendo la triste fase di consolidamente per quella che potrà essere la sua più grande crisi congiunturale, di certo quella meno prevista, meno coordinata. Le risposte che ci sono e ci saranno da parte delle aziende, si dovranno sposare a politiche economiche e di regolamentazione (ambientale e fiscale, tanto per dirne due) che metteranno quei supporti necessari, quelle stampelle, a una filiera più che azzoppata. In ginocchio, se il Coronavirus continuerà di questo passo e di questo passo continueranno gli azzeramenti di attività e mobilità in tutto il globo.
Guardando avanti, perché noi che non siamo sul fronte medico scientifico ma sul fronte auto, quello possiamo fare, ecco configurarsi scenari diversificati. Il Covid-19 arriva dalla Cina, ricorda il presidente Trump, il successo o le difficoltà di molte Case auto passeranno invece dalle stanze dei governi locali. Per adesso se si esce dalla Covid-Madre-Patria Cina, l’unico a citare pubblicamente l’industria auto da aiutare è proprio Donald della Casa Bianca: "Aiuteremo i carmaker. Hanno chiesto aiuto, non hanno colpe e noi ci occuperemo dell'industria automobilistica". Non dice come e quanto, la Casa Bianca, ma risponde alle richieste che arrivano dal Michigan, dalle Case e dai sistemisti. La crisi di vendite è dietro l’angolo anche per loro, come da noi, ma risponde in anticipo l’amministrazione americana, almeno a voce. Cosa metterà sul piatto Trump, per il settore auto? Difficile prevedere magie, ma di certo un mix o una scelta forte per: esenzioni tasse, sovvenzioni e incentivi diretti all'industria, o spinta sulle vendite. Esclusa per ora una scelta mirata ai salvataggi, come quelli del 2008/2009. Nel frattempo, in USA, si profila più o meno come da noi una chiusura dei concessionari ma non della rete autoriparazioni, necessaria alla sussistenza di minima mobilità per le merci.
Intanto si moltiplicano nel mondo casi dove aziende del mondo auto, fermate dal Covid-19, restano operative convertendo dove possibile la produzione. Esempi noti in Italia ne abbiamo, ma anche altrove, prossimanente. Specialmente per la carenza di sistemi da terapia intensiva, in supporto alla respirazione. Se negli USA Trump conta sulla disponibilità data nelle intenzioni da GM, Ford e persino Tesla, pare che gli stessi inglesi, prima “superiori” a certe misure strette come quelle italiane, siano andati a chiedere la disponibilità di carmaker come Jaguar Land Rover.... Controllata dal un gruppo indiano, Tata. Ovvio che esempi virtuosi di questo tipo, una Ferrari che produce materiali utili all'emergenza sanitaria, non potranno che essere premiati, dal giudizio popolare e dai Governi.