Sergio Marchionne: «Piena occupazione nel 2018» [Video]

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L'ad di FCA parla dei programmi per il nostro paese all'indomani del 1° Maggio
2 maggio 2016

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E' un Sergio Marchionne come al solito accerchiato dai giornalisti quello che arriva alla conferenza stampa di presentazione delle nuove Tipo Wagon e 5 porte, due dei nuovi modelli dell'offensiva di FCA che comprende anche la Alfa Giulia che il 5 maggio sarà presentata anche al premier Matteo Renzi.

Tutti i cronisti lo sanno ed è dunque inevitabile che si parli dell'occupazione italiana all'indomani dell'1 Maggio. Alla domanda su quanto tempo ci vorrà perché tutti gli stabilimenti dello stivale siano a pieno regime, Marchionne si volta verso Alfredo Altavilla che risponde «fine 2018», poi aggiunge: «Mi piacerebbe farlo anche prima, però... Con Renzi abbiamo condiviso i piani da parecchio tempo per cui sa benissimo cosa stiamo facendo. E' stato l'unico a vedere le nuove macchine che abbiamo “in pancia” e conosce quelle a cui stiamo lavorando. Da parte nostra stiamo lavorando sull'opportunità di produrre in Europa di vetture per il mercato nordamericano. Con l'idea molto chiara che il nostro impegno serve a far ripartire il sistema economico italiano».

Marchionne, i sindacati dicono che ancora il lavoro non basta e che il Governo non fa abbastanza.

«Sul fatto che non basti condivido, non sono d'accordo sul fatto che il Governo debba fare di più. So benissimo che questo sistema di riforme è stato creato anche per cambiare la mentalità con cui il nostro paese viene apprezzato all'estero. Il capitale non può venire solo dall'Italia, bisogna essere molto concreti. Come FCA stiamo raccogliendo fondi in tutte le parti del mondo e lo facciamo anche sulla base della credibilità del paese. Possiamo però giocarcela e siamo a buon punto». 

Il capitale non può venire solo dall'Italia, bisogna essere molto concreti. Come FCA stiamo raccogliendo fondi in tutte le parti del mondo e lo facciamo anche sulla base della credibilità del paese

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Ha riaperto le porte ad una trattativa con GM?

«No, perché ci vogliono due persone per fare un accordo e non è che ci abbiamo invitato. Noi continuiamo per la nostra strada. Il discorso non è morto come consolidamento strategico dell'industria e credo che sia essenziale farlo prima o dopo. Dal nostro punto di vista erano (GM, ndr) le persone ideali, ma ce ne sono altre con cui possiamo collaborare. Ma adesso il passo è cambiato completamente, bisogna farlo in maniera molto più tranquilla. Il nostro piano al 2018 continua a essere il nostro punto di riferimento. Siamo tutti impegnati a raggiungere i 9 miliardi di risultato operativo, a non avere debiti e a riportare questa Casa al sicuro».

Termini Imerese riapre i battenti: è contento?

«Quando la gente lavora sono estremamente contento. Se possiamo aiutare, nel nostro piccolo lo faremo. Al livello di FCA, la produzione di auto era impossibile. Abbiamo analizzato il caso in tutte le maniere e abbiamo concluso che era completamente impossibile mantenere lo stabilimento su un'isola, perché richiedeva dei costi enormi di logistica».

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