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I duelli a margine degli autodromi sono un classico in Italia, tra chi ama i motori e chi detesta le immissioni conseguenti al Motorport. L’ultimo confronto è quello di Scarperia, dove “vince” il Mugello, almeno secondo l’ultima sentenza. Quella con cui la Corte Costituzionale non ha silenziato i motori in pista come alcuni avrebbero voluto.
La questione toscana vedeva un confronto tecnico normativo, su alcune disposizioni dedicate al circuito e altre invece a tutela della salute. La nota questione di acustica, con il rombo continuo poco sopportato e nemmeno ammissibile, secondo alcuni. A sostenere l’autodromo invece una deroga, concessa per un ammontare di giorni durante l’anno e l’intervento della regione nel corso del 2020.
Alla fine la Corte Costituzionale ha preso atto delle modifiche sulle regole locali, ritenute legittime. Chiudendo così le polemiche sul rumore dell’autodromo e i cavilli burocratici spesso tirati in ballo. Con la sentenza pro-Mugello, oggi non ci sono più contrasti con alcuni principi generali dello Stato tirati prima in ballo.