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L’auto è in crisi, certo. Se intesa come filiera tradizionale, europea, abbiamo di che preoccuparci già da anni. Volendo però guardare avanti, sul fronte della domanda che alimenta il mercato, prendiamo per buoni i numeri che ci arrivano oggi dall’ultimo “White Book” di EY sulla mobilità. Si tratta di una fonte valida per analizzare la mobilità oggi, per quantificare cosa intendono farci i giovani, con le auto nuove o usate in vendita prossimamente. Siamo al secondo anno di pandemia e, pur nel dramma, ci siamo abituati a quello che impone la situazione con effetto proprio sulle un tempo amatissime quattro ruote.
Il problema è che non ci sono certezze e fondamenta solide su cui basarsi per il futuro, come era invece prima. La mobilità, gli spostamenti su un’auto, sono elementi fortemente toccati e importanti più che mai, con il fattore elettrificazione presente a “condire” il mercato. Causando non pochi dubbi a chi deve scegliere, però. Scegliere non solo un veicolo, banale se inteso come spazio e prestazioni offerte, ma un oggetto che è sempre più complesso e per davvero legato al resto che lo circonda. Inquadramento ecologico, trattamento fiscale, perdita di valore nel tempo e ovviamente: libertà di utilizzo, quest’ultima limitata come mai prima d’ora.
I grafici che riportiamo sono sintesi dei trend nell’ecosistema della mobilità in questo momento di trasformazione e adattamento, per come estrapolati da una ricerca mirata a vedere gli effetti del Coronavirus. Si esce da telaio, motore e rendimento. Pur buoni che siano, questi elementi di un’auto devono combaciare con i comportamenti delle persone, nel mezzo di transizione green ma anche sanitaria. Ci sono poi i temi della gestione dati e di pagamento, con i governi che impattano non poco.
L’indagine ha visto oltre 3.300 intervistati in nove Paesi, con una segmentazione per età. Tra chi non possiede un’auto i più propensi ad acquistare veicoli ibridi (25%) sono i millennials (età tra i 24 ed i 39 anni) mentre i giovanissimi della Gen Z (età tra i 16 e i 23 anni) sarebbero più propensi (7%) all’acquisto di veicoli elettrici. Passando agli automuniti, è l’ibrido che interessa alla Gen X (età tra i 40 e i 55 anni) con il (28%) mentre i millennials con auto guardano per l’11%) a un veicolo elettrico. Insomma, più giovani e più propensi all’elettrificazione, come logico anche secondo le strategie in campo da parte delle Case. Se però se guarda all'insieme, il peso maggiore ancora oggi è occupato da benzina e diesel. Quest'ultimo meno peggio di quanto si potesse pensare.
Secondo l’analisi della ricerca, nel post-pandemia il mezzo privato personale rimarrà quello più utilizzato per lavoro (60%) piacere (62%) e ambito familiare (66%) con riduzione (-6%) nell’uso dei trasporti pubblici per tutte le categorie. Tra i principali fattori che influenzano la scelta, la sicurezza e il benessere personale. Il costo non sembra rientrare tra i driver primari o secondari nella scelta, a fronte invece di fattori quali igiene, pulizia e tempo impiegato nel trasporto. Il lavoro da remoto ha quasi dimezzato (-49%) il numero di viaggi: quelli per ragioni lavorative, di piacere e familiari hanno subito negli ultimi mesi rispettivamente -61, -51 e -40% su scala globale. Attenzione però, con le fasi alterne di pandemia gli spostamenti sotto i 30 minuti, anche per tempo libero, sono aumentati: +79%.
La pandemia e il 2020 quindi portano cambiamenti di abitudini, con nuovi bisogni che le aziende delle mobilità cercano di soddisfare. Il sistema Pubblico potrebbe essere fondamentale, a questo si appellano molte società o associazioni, per regole che si aggiornino ritoccando anche l’uso dei dati. Il Recovery Fund può riguardare l’automotive e se ben investite, certe risorse, potranno dare fiato alla filiera italiana. A oggi le nostre aziende dovrebbero posizionarsi sui segmenti di domanda appetibile per i giovani, la mobilità sostenibile. Secondo il sondaggio l’interesse di motorizzazione ibrida (23%) plug-in (11%) ed elettrica (6%) ammonta al 40% della domanda di nuove vetture per i non automuniti in Italia. Tanto, eppure in pratica un’adozione su larga scala di auto elettriche non è possibile, almeno in breve, per troppi fattori. Anche per questo le aziende e i finanziatori spingono nuove piattaforme multi servizio. L’ecosistema dei dati e dei pagamenti, la pubblica amministrazione, lo shopping online (crescente del 21% nel 2020) uniti alle funzioni e ai servizi disponibili in auto.