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A partire dalle 15 dell’8 febbraio, data ufficiale del lancio, sapremo tutto della Suv italiana, primo modello (speriamo che altri ne seguano) di una fase definita “La Metamorfosi”, passaggio epocale per il marchio verso l’elettrificazione, la connettività, i servizi all’automobilista (anzi, all’Alfista, cosa diversa), anche attraverso l’uso di tecnologie digitali decisamente all’avanguardia, mai viste prima nel mondo automotive.
La Tonale è probabilmente l’auto più paparazzata del secolo, su cui si sono costruite centinaia di ipotesi fatte di “potrebbe… si dice che… forse…”, il che ha creato un’aspettativa oltre ogni limite: da quanto già si sa, nessuno resterà deluso, né per il design, né per il powertrain e gli equipaggiamenti. Una strategia, quella di Alfa, decisamente più accorta di quanto accadde a suo tempo con la Giulia - auto straordinaria - che mancò però all’appuntamento con la tecnologia di rilievo dell’epoca. Qui non si può sbagliare nulla.
Cosa ci aspettiamo, in attesa del test drive che è previsto in primavera? Diciamo che una nuova Alfa Romeo - così come è successo per Giulia e Stelvio - non può prescindere da un handling di livello assoluto. Ok, non è la piattaforma Giorgio, ma i tecnici del Biscione hanno dimostrato in passato, cosi, en passant, di saperci fare con le auto e il team di Jean-Philppe Imparato è di primo livello. Alessandro Maccolini (genio), Domenico Bagnasco (ricordo ancora un giro fatto con lui a bordo della 4c a Balocco e, ragazzi, che manico!), Silvia Cravero (la connettività è un assett imprescindibile), Maria Grazia Lisbona (suoi i motori termici ed elettrici) sotto la guida di Alejandro Mesonero per il design sono una squadra da ringraziare fin da adesso, così, diciamo “a scatola chiusa”. Senza dimenticare il che c’è uno stabilimento, a Pomigliano d’Arco, pronto a tutto.
Dunque una guida di alto livello, un design da far girare la testa, power unit variegate e che facciano anche un po’ sognare alfisti vecchi e nuovi (Tonale Quadrifoglio, se ci sei batti un colpo), contenuti adeguati alla fascia di prezzo che, ovviamente, ricadrà fra le suv premium. Elettrificazione, quella ci vuole, ma nello spirito (lo so, era banale dire nel DNA) dell’Alfa, non l’ibrido fatto tanto per avere l’accesso alle ZTL o entrare nella top ten delle risparmiose. Di quello, chissenefrega.