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Segnalavano i posti di blocco su un gruppo Whatsapp con 300 membri: i Carabinieri hanno denunciato 23 persone per interruzione di pubblico servizio. I coinvolti, per la maggior parte di giovane età, risiedono nell'Astigiano.
Nella chat, il cui ingresso era possibile solo su invito dei promotori e dei partecipanti, si comunicavano in tempo reale i luoghi dove le pattuglie stavano effettuando i controlli. A far scattare le indagini è stato proprio un membro del gruppo, apparentemente pentiito.
Una situazione analoga si è verificata recentemente anche a Canicattì: i denunciati sono stati 62. L'interruzione di pubblico servizio è reato punito dall'articolo 340 del Codice penale con la reclusione fino a un anno. La pena sale fino a cinque se si è «capi, promotori od organizzatori».