Sébastien Loeb vincitore al Monte-Carlo a 47 anni, ma non solo: ecco gli inossidabili del motorsport

Sébastien Loeb vincitore al Monte-Carlo a 47 anni, ma non solo: ecco gli inossidabili del motorsport
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Sébastien Loeb, vincitore del Rally di Monte-Carlo a 47 anni, è tra gli intramontabili del motorsport. Ecco qualche altro esempio di invidiabile longevità
24 gennaio 2022

Sébastien Loeb, fresco dal secondo posto assoluto nella Dakar 2022, si è concesso quella che sulla carta doveva essere solo una sgambata al Rally di Monte-Carlo. E invece, a 47 anni suonati, è riuscito a piazzare la zampata vincente, battendo un altro contendente tutt'altro che di primo pelo, il 38enne Sébastien Ogier. È l'ennesimo acuto di una carriera straripante, in cui ha colto ben nove titoli consecutivi nel WRC dal 2004 al 2012, e, non pago, ha mostrato un'invidiabile versatilità nella sua seconda giovinezza agonistica. Dalla Dakar al WRX, passando per il WTCC e l'Extreme E, Loeb è stato in grado di ottenere piazzamenti ovunque si sia cimentato. E, dopo la performance al Rally di Monte-Carlo insieme alla co-équipière Isabelle Galmiche, viene da pensare che Loeb, alla soglia dei 50 anni, possa ancora dire la sua in un mondiale che, secondo l'accordo con M-Sport, affronterà a gettone. 

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Con la vittoria nel Rally di Monte-Carlo, Loeb consolida ulteriormente la sua posizione nel club degli inossidabili del motorsport. Uomini capaci, nonostante l'età non sia dalla loro, di lasciare il segno. Il re degli intramontabili, a nostro avviso, è Gabriele Tarquini. Il Cinghio al termine della stagione 2021, a 59 anni, ha messo la parola fine a una carriera lunghissima, impreziosita da un record difficile da battere. Tarquini nel 2018 si laureò campione del mondo del WTCR56 anni e 259 giorni, diventando il più agé di sempre a vincere un titolo sotto l'egida della FIA. E togliendosi pure la soddisfazione di battere un suo stesso primato. 

Lo aveva stabilito nel 2009, diventando campione del WTCC con Seat a 47 anni e 266 giorni. In quell'occasione, Gabriele aveva infranto un record che resisteva addirittura da 52 anni. Lo aveva stabilito nel 1957 Juan Manuel Fangio, cogliendo la sua ultima iride in Formula 1 a 46 anni e 41 giorni con la Maserati. Fangio, ad oggi, resta il campione del mondo più anziano della storia della F1. In tempi recenti, nessun ultraquarantenne ha colto il titolo: il più agé degli ultimi 30 anni è Nigel Mansell, iridato nel 1992 a 39 anni e 8 giorni. Fernando Alonso, 41 anni a luglio, cercherà di sfatare questo mito, infrangendo, nel contempo, un altro record, quello del maggior tempo intercorso tra due titoli mondiali in F1. Gli eventuali 16 anni di Alonso raddoppierebbero l'impresa di Niki Lauda, iridato nel 1984 dopo sette anni di digiuno e un ritiro temporaneo dal Circus. 

I campioni del mondo di F1 più anziani dopo Juan Manuel Fangio sono Nino Farina, vincitore del primo mondiale della storia della categoria, nel 1950, a 43 anni e 308 giorni, e l'australiano Jack Brabham, che colse il terzo titolo della sua carriera nel 1966 a 40 anni e 155 giorni. Se Alonso punta a inserirsi su questo podio, difficilmente potrà insidiare il primato di Louis Chiron, il pilota più anziano della storia a prendere parte a un GP. Accadde a casa sua, a Monaco, nel 1955: Chiron aveva 55 anni e 292 giorni. Un primato impareggiabile per la Formula 1 attuale. 

Ma c'è vita nel motorsport anche dopo i 55 anni. Oltre al sopraccitato Gabriele Tarquini, un esempio di longevità viene anche da Carlos Sainz Senior. Sainz, 60 anni il prossimo 14 aprile, dopo la parentesi di successo nel WRC, con due titoli colti nel 1990 e nel 1992 con Toyota, si è dedicato ai rally raid, vincendo tre volte la Dakar, l'ultima delle quali nel 2020, a 57 anni. Quest'anno, in Arabia Saudita al debutto con l'innovativo progetto di Audi, si è dovuto accontentare del dodicesimo posto assoluto. Ma sicuramente ci riproverà. A dimostrazione che per qualcuno l'età è davvero solo un numero, anche nel motorsport. 

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