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Capo Teulada, Sardegna, Settembre. Cupra l’ha chiamato a sostituire l’amico avversario di mille avventure, Nasser Al Attiyah, e lui è arrivato con il primo aereo, giusto il tempo di salire sulla Tavascan e vincere la qualifica. Questo, e molto altro, è Sébastien Loeb. Tra una manche e l’altra ci ha dedicato un po’ del suo tempo per fare l’unica cosa che, in fondo, non lo entusiasma troppo, è evidente: rispondere alle domande invariabilmente uguali degli ultimi vent’anni di interviste. Però, sarà l’atmosfera in fondo diversa dell’Extreme E, più solidale e scanzonata, sarà che quel Team lo ispira, sta di fatto che non volevamo sprecare l’occasione. Gli abbiamo chiesto a bruciapelo: “Ma quanto ami ancora stare dietro a un volante, guidare, correre, vincere?”
Da lì il fuoriclasse-fenomeno si è un po’ sciolto, ha anche sorriso, forse contento che non gli chiedessimo solo di pistoni, ruote e record. Ha raccontato perché, come sente il fatto di continuare, imperterrito, saltando da una specialità all’altra con la stessa, potente passione per quello che fa, quella cosa che ha scoperto tanti anni fa guidando il camioncino della ditta. E da lì, quasi dal riconoscimento che, in effetti, quella passione scoperta e coltivata così bene è ancora così forte, è stato facile passare allo stato delle cose e un’agenda sempre zeppa di impegni e di attenzione alla vittoria. Dall’impegno estemporaneo con il Team Abt Cupra al clamoroso annuncio dell’avventura Dacia prossima ventura alla Dakar, dalla persistente pressione emotiva del WRC al dispiacere per le Delta Evo-e RX EV del progetto Rallycross con Guerlain Chicherit andate letteralmente in fumo. Loeb potrebbe essere un pensionato d’oro, AD di una delle Marche per le quali ha vinto, presidente della FIA. Invece Sébastien Loeb è Pilota per sempre.
Parlare di Loeb è una strana sensazione. È come mettere, tutte le volte, i puntini su una serie interminabile di “i”, è pelle d’oca solo a contare, a far scorrere i numeri di una carriera da capogiro. Dopo nove Titoli di Campione del Mondo consecutivi, Loeb ha chiuso con la carriera a pieno servizio nel WRC. È tornato nel 2018 con Citroen e ha vinto il Catalunya, è ritornato nel 2022 con Ford e ha vinto il Monte-Carlo. Sono momenti che si fissano incancellabili nell’emotività degli appassionati, e io sono uno di quelli. Oggi, alla soglia dei 50 anni, non è difficile individuare la Dakar come principale bersaglio della carriera di Sébastien Loeb. E si deve far mente locale al fatto che possa essere del tutto logico festeggiare il mezzo scolo con una vittoria che insegue dalla prima partecipazione, 2016 con Peugeot, e come conseguenza di 3 secondi posti.
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