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Sembra passato un secolo, eppure è un solo anno a dividere quel 2017 che faceva temere l'isolamento della Catalogna dopo l'esito del dibattuto referendum sull'indipendenza da un 2019 in cui il brand Seat, secondo un recente studio, è diventato più popolare nel mondo addirittura del F.C. Barcellona.
E se lo scorso anno i “blaugrana” si sono aggiudicati la Liga ma hanno mancato la Champions, per Seat il 2018 è stato l'anno dell'en plein. Con un fatturato di quasi 10 miliardi di euro, il più alto della storia, e 517.600 auto vendute nel 2018 (+10,5% rispetto al 2017) la Casa catalana vola verso un futuro in cui avrà un ruolo da protagonista in seno al Gruppo Volkswagen.
Non è un caso allora che a Martorell, dove Seat in occasione della annuale conferenza di bilancio ha presentato i conti per l'esercizio appena concluso, per la prima volta sia presente anche il numero uno di VW Herbert Diess: «Seat ha assunto un nuovo ruolo all’interno del Gruppo Volkswagen, con responsabilità crescenti. I risultati di quest’anno mostrano il potenziale del marchio per poter sfruttare nuove opportunità di crescita e aprire nuovi mercati», sottolinea Diess.
A trainare le vendite oggi sono i SUV Arona e Ateca, alle quali si è aggiunta più recentemente la più grande Tarraco, ma entro il 2021 saranno sei le novità ad alto voltaggio. In cantiere ci sono la versione elettrica della Mii ed il modello di serie derivato dalla concept car el-Born presentata allo scorso Salone di Ginevra, ma anche nuove forme di mobilità personale, più agili e in grado di conquistare nuove fasce di mercato come i giovani non patentati come la city car Minimò o il monopattino elettrico eXS.
Ma anche ibride plug-in, come le versioni elettrificate della nuova generazione della Leon e la Tarraco e, dulcis in fundo, la nuova piattaforma elettrica che costituirà la base di partenza delle vetture elettriche sotto i quattro metri del Gruppo Volkswagen nella fascia di prezzo inferiore a 20.000 euro, una versione “small” della attuale MEB di VW.
Buona parte del merito va anche a Luca De Meo, presidente della Casa spagnola dal 2015 e un passato di successi, come la Fiat 500 per citare quello più clamoroso, all'epoca della sua permanenza in Fiat prima di approdare a Wolfsburg. Uno che di fiuto ne ha eccome, tant'è vero che alla squadra da lui guidata la capogruppo ha affidato il compito di gettare le basi per le auto di domani, cioè quelle elettriche: «Grazie ai risultati raggiunti, abbiamo ottenuto l’assegnazione della nuova piattaforma per vetture elettriche. Per la prima volta, il Centro Tecnico Seat svilupperà una piattaforma che potrà essere utilizzata da altri marchi in tutto il mondo», ha espresso un soddisfatto De Meo.
I mezzi ci sono: la Casa catalana può contare su tre siti produttivi (a Barcellona, El Prat de Llobregat e Martorell) e un reparto R&D finanziato nel 2018 con ben 656 milioni di euro (+41,4% rispetto ai 464 del 2017) che conta oltre 1.000 ingegneri ai quali se ne aggiungeranno altri 300 per lo sviluppo della nuova elettrica dal prezzo accessibile, per una forza lavoro totale di circa 15.000 dipendenti che la rendono il maggior datore di lavoro della regione.
De Meo ha avuto tra le altre cose anche l'intuizione di creare Cupra, il sub-brand delle Seat sportive, un marchio che «è diventato dalla sera alla mattina quello con il maggiore ritorno e la maggiore redditività», fa notare De Meo, con vendite attestate a 14.400 unità e una crescita del 40%. Su Cupra Seat rilancia adesso annunciando che a Martorell sarà prodotta anche la CUV sportiva Cupra Formentor.
«Il 2018 è stato il miglior anno nella storia di Seat. Abbiamo i nostri prodotti nei segmenti più rilevanti e profittevoli, e ciò ci ha portato a essere tra i marchi che sono cresciuti di più in Europa negli ultimi tre anni. L’offensiva SUV iniziata nel 2016 ha superato le nostre più rosee aspettative, e un’auto se tre venduta dal marchio lo scorso anno rientra in questo segmento. Seat ora può guardare dritto in faccia il suo futuro», spiega De Meo, il quale punta per la sua Casa ad un ruolo importante anche al di fuori del Vecchio Continente: Cina, America Latina e Nord Africa rappresentano importanti sbocchi per l'espansione del marchio, che già oggi esporta al di fuori dei confini spagnoli l'80% della sua produzione.