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È l’inizio di una nuova era, per SEAT, quella a cui ha dato il via, la scorsa settimana, l’inaugurazione ufficiale del progetto Metropolis:Lab Barcelona, in occasione dello Smart City Expo World Congress 2017. Un vero e proprio laboratorio di idee in cui, esperti di tecnologia mobile, Big Data e prodotto lavoreranno fianco a fianco per fornire soluzioni “smart” alle problematiche connesse alla mobilità del futuro. L’obiettivo? Diventare il punto di riferimento nel settore delle auto connesse.
Un processo di trasformazione ambizioso che ha preso il via, per il vero, lo scorso febbraio e che è testimone di quanto la Casa di Martorell stia lavorando duramente per individuare un nuovo ed importantissimo ruolo, all’interno del gruppo Volkswagen. D’altro canto, Luca de Meo, Amministratore Delegato di SEAT, proprio in occasione della serata inaugurale a cui abbiamo preso parte, l’ha detto chiaramente: il marchio spagnolo deve diventare sempre più la porta di ingresso del gruppo, anche e soprattutto in relazione all’età dei propri clienti. «Le persone che comprano le nostre auto hanno mediamente dieci anni in meno rispetto ai clienti degli altri brand che compongono la nostra azienda. Se un ragazzo di vent’anni compra, oggi, una SEAT, fra dieci anni una Golf, a quarant’anni un’Audi e poi, chissà, una Porsche, io avrò fatto il mio lavoro», racconta de Meo. E quindi, come fare per attirare proprio quel tipo di clientela? Diventando, appunto, il marchio che più di ogni altro è in grado di assecondare le esigenze di connettività ed innovazione che i più giovani hanno manifestato negli ultimi anni, in ogni settore merceologico, senza dimenticare - naturalmente - il tema costi, tanto di acquisto, quanto di gestione. È così che, tra le varie iniziative su cui sta lavorando il team capitanato da Jose Nascimento - uno che dopo una laurea in economia a Londra e un Master in Computer Science alla Florida Technology University, è stato Technical Team Lead per UBS Investment Bank e per British Airways, prima di occupare la posizione di Director of Technology e Chief Technology Officer per Hailo taxi app - c’è anche un’applicazione per un innovativo servizio di ride-sharing cittadino. Questo strumento, che sarà affiancato da un nuovo servizio nativo di car-sharing marchiato SEAT, consentirà agli utenti di creare delle piccole “community” per la condivisione di brevi tratte urbane.
Il Metropolis:Lab Barcelona si inserisce, così, all’interno di una rete di centri di ricerca dedicati all’IT che vede coinvolto ciascuno dei marchi del gruppo Volkswagen e che si divide tra Wolfsburg, Berlino, Monaco e San Francisco. Un network che lavora in parallelo condividendo informazioni e progetti, così da non disperdere le energie. «Per noi è fondamentale sapere cosa stiano facendo i nostri colleghi nei vari centri sparsi in giro per il mondo», ci dice, il Responsabile Innovazione e Brevetti di SEAT, Stefan Illijevic. «La principale ragione è quella di evitare che sullo stesso problema o sulla stessa idea si spendano inutilmente più team», prosegue. Già, ma perché non accorpare i vari centri R&D in un unico laboratorio? «È necessario ragionare diversamente quando parliamo di ricerca (R) e quando ci riferiamo allo sviluppo (D). Per quanto riguarda la prima, abbiamo un unico centro che serve tutti e dodici i marchi del gruppo. Siamo tutti “clienti” di questo centro. È un dipartimento molto “distante” dal prodotto, molto “distante” dalla strada. I marchi definiscono assieme gli ambiti su cui c’è bisogno che lavori e questa unità lo fa poi per tutti. Diverso è il discorso per lo sviluppo. Ogni brand ha un suo dipartimento che si occupa di innovazione e che cerca di sviluppare la tecnologia sulla base dell’attività di ricerca comune che è stata effettuata. A mio parere si tratta di un modo di lavorare molto interessante, perché i risultati che vengono raggiunti da ogni marchio sono poi condivisi all’interno del gruppo. Questo permette di sfruttare le particolarità che ogni regione mette a disposizione quanto a fornitori, infrastrutture, supporto dalle pubbliche amministrazioni e consente alle Case di differenziarsi le une dalle altre. È quello che sta succedendo, ad esempio, con la Leon Cristobal».
Lo Smart City Expo World Congress 2017 è stata, infatti, l’occasione per osservare più da vicino - anche se non in movimento - la vettura laboratorio con cui la Casa di Martorell sta sperimentando le più innovative tecnologie nel campo dei sistemi di assistenza per il guidatore. Si tratta, appunto, della Leon Cristobal, una concept car che SEAT non esita a definire come l’auto più sicura che abbia mai creato. Così battezzata in onore di Cristoforo Colombo, patrono dei viaggiatori, incorpora quello che la Casa spagnola indica come un “angelo custode”, capace di svolgere alcune funzioni di monitoraggio particolarmente avanzate, tanto sulla stessa vettura, quanto su ciò che accade attorno ad essa e al guidatore, con l’obiettivo di ridurre al minimo le principali cause di incidente attribuibili al fattore umano. Potete osservare lo stesso Stefan Illijevic darci prova delle potenzialità di questi strumenti, nel video in testa alla pagina.
Alberto Capra