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Tanto tuonò che piovve: al Salone di Monaco il grande capo del gruppo Volkswagen Thomas Schäfer ha decretato che il marchio Seat non riceverà ulteriori investimenti che invece andranno a favore di Cupra, che va a gonfie vele. Anche se il brand non verrà cancellato dal palmares Volkswagen, non sarà coinvolto nella produzione di auto elettriche e gli attuali modelli (Arona, Ateca, Ibiza, Leon e Tarraco) resteranno in produzione fino al termine del ciclo di vita, che si stima possa essere fra 5 anni, con qualche problema anche per il passaggio all'Euro7.
La Casa di Martorell aveva già dato segni di voler indirizzare la produzione Seat verso altri settori come quello della micromobilità con veicoli elettrici urbani come il Minimó (che entra in concorrenza con Renault Duo e Citroen Ami) e lo scooter Mó che è un grande successo e vende quasi come gli scooter Piaggio.
Per gli stabilimenti spagnoli non cambia quasi nulla, i piani sono già definiti per creare un mega comprensorio industriale che si occuperà di tutte le elettriche del Gruppo Volkswagen di fascia economica (anche Skoda e Cupra) e realizzerà anche batterie. La Seat è stata fondata nel 1950 in una joint venture con la Fiat e il Governo spagnolo e ceduta alla Volkswagen nel 1986.
In realtà la notizia diffusa ieri ha assunto riflessi un po' più drammatici ed enfatici del previsto, perché lo stato di salute del brand è tutt'altro che negativo, ora che si vanno risolvendo i problemi di fornitura dei microchip che hanno afflitto tutti i carmaker; le vendite sono in salita del 18% e hanno quasi raggiunto le 200.000 unità. La Casa ci tiene anche a far sapere di avere una lunga lista di clienti in portafoglio e che proprio in questo periodo il lineup deli modelli non è mai stato così completo. In particolare la Ibiza, la Leon e la Arona avranno una lunga carriera come plug-in hybrid e ICE ad alta efficienza e che un progetto di elettrificazione dei modelli è in corso, anche se sarà diverso dal mainstream, a sostegno del futuro del marchio. Che guarderà con molta attenzione alla micromobilità e alle richieste del pubblico più giovane come gli abbonamenti e il car-sharing, grazie anche all'esperienza positiva delle due ruote.