Se anche Peugeot, che lo ha sempre amato, non conta più sul diesel

Se anche Peugeot, che lo ha sempre amato, non conta più sul diesel
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Anche Peugeot inizia a prendere le distanze dal diesel, un motore che i francesi hanno sempre amato. Analizziamo i motivi di un simile cambio di rotta
11 febbraio 2016

Belchamps (Francia) – Era nata come un'intervista sul nuovo standard qualitativo raggiunto da Peugeot con la nuova 308. Ma si è trasformata in qualcosa di diverso. È bastata una domanda infatti per capire che il mondo dell'auto, così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi anni, potrebbe cambiare radicalmente il proprio volto.

Anche Peugeot si allontana dal diesel

Ad un certo punto viene chiesto a Philippe Pelletier, Direttore della Qualità PSA, cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dell'auto alla luce dello scandalo Volkswagen e delle politiche governative sempre più ostili nei confronti del motore diesel. La risposta per certi aspetti è andata oltre ogni aspettativa. «Il futuro vedrà una presenza sempre più massiccia di motori a benzina abbinati all’elettrico. […] Il diesel è destinato ad essere sempre meno protagonista».

In poche parole una serie di concause rischiano di ridimensionare il futuro del motore diesel molto prima del previsto. Uno scenario che fino a poco tempo fa sembrava ancora lontano e che invece, oggi, potrebbe concretizzarsi in tutta la sua cruda realtà. E fa ancora più impressione sentirlo dire in maniera così diretta proprio da Peugeot. Un costruttore che, insieme a Mercedes-Benz, è stato il primo a credere ed investire nel motore a gasolio

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RCZ R e Quartz concept, con cui Peugeot ha annunciato il suo primo ibrido a benzina, atteso per i prossimi anni
RCZ R e Quartz concept, con cui Peugeot ha annunciato il suo primo ibrido a benzina, atteso per i prossimi anni

Addio al primo ibrido diesel al mondo?

Una tradizione quella del diesel "à la française" che Peugeot ha coltivato tra l'altro fino all'altro ieri. Per di più con risultati esaltanti. Non è un mistero infatti che il Leone abbia da poco rinnovato la propria gamma proprio con una nuova generazione di diesel Euro 6 chiamati BlueHDi. Motori che in più occasioni ci siamo trovati ad elogiare per silenziosità, piacere di guida e soprattutto grandissima efficienza.

E non importa nemmeno se in passato, proprio in virtù della sua tradizione legata al gasolio, Peugeot abbia disegnato e prodotto il primo diesel ibrido al mondo, l'HYbrid4. In futuro quindi - forse già il prossimo anno - anche PSA porterà sul mercato un più tradizionale ibrido a benzina, destinato a diventare sempre più protagonista nella gamma dei tre marchi del Gruppo (Peugeot, Citroen, DS). 

Gli strascichi dello scandalo VW

Le cause di una virata simile sono molteplici. Da un lato gli strascichi dello scandalo Volkswagen, che hanno fomentato una – per molti aspetti - ingiustificata fobia nei confronti del diesel. Come conseguenza alcuni governi, a partire proprio da quello francese, sulla spinta del ministro dell'ambiente Ségolène Royal, hanno messo nel mirino i motori a gasolio, dichiarando guerra aperta al diesel.

L'ibrido non è sempre la risposta corretta quando si cerca una migliore efficienza

Dall'altro ci sono i burocrati europei, impegnati a definire un nuovo ciclo di omologazione molto più severo ma che sembra comunque tagliato su misura per mettere il bastone fra le ruote del diesel, inasprendo in modo ingiustificato i limiti di emissione degli ossidi di azoto e favorendo, ancora una volta e ancora di più, l’adozione della tecnologia ibrida.

E poiché le auto ibride a benzina sono più semplici da realizzare, meno costose di quelle a gasolio e soprattutto con meno problemi di omologazione, è proprio questo il motivo per cui, anche alla Peugeot, dove il motore a gasolio era quasi un marchio di fabbrica, sembrano convinti che in futuro dovranno scommettere sempre di più sull'ibrido a benzina. Aggiungiamo poi il fatto, per niente secondario, che da un paio anni lo Stato Francese siede al tavolo del consiglio di amministrazione di PSA a fianco del partner cinese Dongfeng e della famiglia Peugeot. E dal momento che l'Eliseo controlla il 14% del Gruppo a questo punto diventa difficile per Peugeot-Citroen - se non impossibile - ignorare la "direzione" indicata dal governo.

La Peugeot  308 con il 1.6 BlueHDi è uno dei modelli più validi del segmento C
La Peugeot 308 con il 1.6 BlueHDi è uno dei modelli più validi del segmento C

L'ibrido non è sempre la risposta

Una politica di questo tipo però rischia di portare con sé conseguenze pesanti. La prima, quella più evidente, sta nel fatto che condannare il diesel ad un “pre-pensionamento” farà invecchiare molto più rapidamente le nostre attuali auto, soprattutto quelle a gasolio. E questo costringerà ancora una volta a sostituire prima del previsto modelli ancora in ottima forma. Del resto già oggi, in alcune realtà, un'auto Euro 3 diesel è considerata “vecchia”. Pensate in futuro quali proporzioni potrebbe assumere questo invecchiamento precoce. Un bel regalo per i costruttori, non c'è dubbio, che si ritroveranno ancora una volta con un mercato “drogato” e sempre più affamato di nuovi modelli, ma non per le tasche degli automobilisti.

Nella realtà non ci sarebbe un motivo valido per demonizzare prima del previsto il diesel

E poi bisogna anche considerare che l'ibrido non è sempre la risposta corretta quando si cerca una migliore efficienza e quindi una migliore qualità dell'aria. Fuori da un contesto puramente urbano infatti l'ibrido non riesce a sfruttare i benefici del motore elettrico e finisce per essere penalizzato nei consumi rispetto ad un motore diesel tradizionale di ultima generazione.

Il diesel non deve morire (così presto)

In poche parole un sistema ibrido riesce a sfruttare il massimo del suo potenziale solo nel traffico urbano, grazie a continue frenate e accelerazioni. Ma a velocità costante finisce per funzionare soltanto a benzina, portandosi per di più a spasso circa 200 kg di batterie che pesano inutilmente sui consumi di carburante. È il motivo per cui tantissimi tassisti scelgono - e fanno benissimo - auto ibride. Muovendosi quasi esclusivamente in città loro riescono a sfruttarle al massimo. Ma chi viaggia a lungo in autostrada sa perfettamente che un buon diesel resta imbattibile.

Per chi fa tanta strada insomma un diesel euro 6 può essere ancora la soluzione più efficiente e più rispettosa dell'ambiente. In questo ultimo step evolutivo infatti sappiamo che i motori a gasolio sono diventati addirittura più puliti dei benzina, come ci ha spiegato tempo fa un personaggio autorevole e super partes come il Professor Vittorio Rocco del CNR. Stiamo assistendo quindi a una sorta di condizionamento delle scelte tecniche delle Case, suggerito anche dai media sull’onda emotiva suscitata dallo scandalo VW. Nella realtà non ci sarebbe un motivo valido per demonizzare prima del previsto questo tipo di motore, che ha appena iniziato a scoprire le sue carte nel campo dell'efficienza e altre ne avrebbe ancora da giocare. Sembra, però, che qualcuno voglia finire la partita molto prima del previsto...

Una 308 durante la fase di sviluppo
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