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Tema serio e noto da tempo. Tema spesso usato per discorsi da bar quando invece non dovrebbe. È quello della “donna al volante”. Che poi da decenni è ormai cosa normalissima, rispetto a quando fu coniato il detto popolare, poco lusinghiero e riferito alla “macchina” come mezzo nato per l’uomo. I dati dicono semmai il contrario: minori incidenti automobilistici oggi per i conducenti di sesso femminile, rispetto a quelli di sesso maschile. In tutta Europa.
E allora il discorso è diverso, qualcuno dice. Vale la pena farla notare la differenza, tra uomo e donna, non metterli alla pari i due sessi. Questione economica.
Se fanno davvero meno danni, in auto, le donne sono oggi allora un affare per le assicurazioni. Specialmente dopo l’abolizione delle Quote Rosa. Pagano come un uomo, ma costano meno per incidenti, danni alla persona (specie quelli gravi e gravissimi) o torto in genere durante le vicende alla guida. La ultima analisi che viene da statistiche francesi e belghe, rivela che sulla strada le donne rappresentano la minor parte delle vittime di incidente, soprattutto tra i conducenti. Al contrario, contando i danni gravi a passeggeri, sono loro la parte più colpita… Spiegazione: è in genere uomo il conducente quando ci sono più passeggeri.
Tra le motivazioni però, a tutela della indole da pilota maschile, ci sarebbe il fattore abuso di alcol. In sostanza le percentuali peggiori di danni in strada per colpa maschile, derivano spesso dal fatto che un uomo supera più frequentemente (almeno il doppio, rispetto alle donne) il limite, pur mettendosi alla guida.
Fonte: AutoPlus / Vias Institute