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Lunedì 30 marzo è stata una giornata piuttosto infernale per tutti coloro che hanno dovuto usare i mezzi pubblici per spostarsi in città. Lo sciopero del trasporto pubblico locale, indetto dall'unione sindacale di base, ha messo in ginocchio il traffico in diverse città italiane, comprese Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna.
Taxisti infuriati
C'è qualcuno però che più di tutti è riuscito a far parlare di sé. E non stiamo parlando dei lavoratori che hanno incrociato le braccia per protesta, ma di Uber, la rivoluzionaria start up americana che permette ai noleggi con conducente (i famosi NCC, in possesso di regolare licenza) di ricevere chiamate e prenotazioni in tempo reale tramite App.
Agendo in alcuni casi ai limiti della legalità, - gli NCC, per legge, devono partire sempre dal deposito prima di effettuare un servizio e non possono caricare passeggeri soffermandosi sempre in città – il sistema messo in piedi da Uber è andato a scalfire il monopolio dei tassisti, che naturalmente sono andati su tutte le furie, innescando una vera e propria guerra alla tanto odiata App venuta da lontano.
Sciopero? Uber regala le corse
Approfittando del recente sciopero dei mezzi, Uber (da non confondere in questo caso con UberPop!) ha quindi colto l'occasione per rilanciare la sfida ai taxisti, offrendo corse gratuite ai nuovi utenti nelle città di Milano, Torino, Genova e Roma. In questo modo Uber, sfruttando una tecnica di comunicazione ormai collaudata, è risucito ancora una volta a farsi grande pubblicità in maniera totalmente gratuita.
Un'iniziativa simile, del resto, era già stata applicata con successo a Genova, lo scorso 10 marzo, in occasione dello sciopero del trasporto pubblico locale, dove Uber aveva registrato una crescita degli iscritti del 200% e un 57% di corse in più rispetto allo stesso giorno della settimana precedente.
Il Garante degli Scioperi: «Uber va regolamentato»
Oltre ai taxisti, l'idea di regalare corse grauite non è piaciuta nemmeno al garante degli scioperi Roberto Alesse, che in occasione di un'intervista a Italia Sotto Inchiesta ha dichiarato: «Uber è un servizio privato che, allo stato attuale, non è soggetto ad alcuna disciplina, neanche a livello comunitario. È arrivato il momento di riflettere su questa vicenda: chi entra nel mercato non può operare in assenza di regole chiare».
Uber - ha dichiarato il garante degli scioperi - è un servizio privato che, allo stato attuale, non è soggetto ad alcuna disciplina, neanche a livello comunitario
Anche una voce ufficiale di Palazzo Marino però non sembra aver gradito molto l'intraprendenza di Uber. «La trovata messa in campo da Uber non è un aiuto ai milanesi, ma pura propaganda» ha dichiarato Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano e capogruppo di Fdi-An in Regione. «Evidentemente - dice De Corato - il vettore privato che ha messo sul piede di guerra tassisti e noleggiatori regolari, scatenando polemiche a non finire, deve farsi perdonare la cattiva pubblicità determinata da qualche suo autista».
Non si è fatta attendere però la risposta della general manager di Uber, Benedetta Arese Lucini. «La promozione – ha spiegato - si inserisce in un progetto più ampio che favorisce la mobilità sostenibile e integrata e promuove la sharing economy, anche e soprattutto a Milano».
E se dovesse arrivare una liberalizzazione?
Insomma, palla di nuovo al centro nel durissimo scontro tra taxisti e Uber. Intanto arriva una notizia dal cuore dell'Europa che fa tremare ancora una volta il mondo dei taxi. Pare che Uber Germania, dopo essere stata messa fuori legge, sia intenzionata a comprare licenze per mettere in regola i propri autisti.
Un cittadino tedesco infatti per comprare una licenza di trasporto della Camera di Commercio ha bisogno di 150 – 200 euro, niente di più. Certo, in Italia la situazione è molto diversa, visto che le licenze costano cifre folli (anche più di 150.000 euro!), ma se il governo dovesse decidere di muoversi in direzione di una maggiore liberalizzazione, allora la strada per Uber potrebbe farsi sempre meno in salita.