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I lavoratori di Stellantis negli Stati Uniti minacciano uno sciopero nazionale. Secondo quanto riporta Domani, i dipendenti del gruppo in America sono in apprensione per via della significativa flessione delle vendite, e chiedono di conseguenza delucidazioni ai vertici del colosso dell'automotive. Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, nello scorso fine settimana si è spostato a Detroit per seguire la vicenda, ed è stato raggiunto anche dal presidente John Elkann, che già si trovava negli USA.
Le fortune di Stellantis negli Stati Uniti si sono recentemente ribaltate. Se nel 2023 il gruppo aveva fatto registrare il record di profitti sul mercato americano, nel primo semestre del 2024 le vendite sono calate del 18% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Conseguente alla flessione delle immatricolazioni è l'aumento delle scorte di auto in magazzino, per l'equivalente di 94 giorni di vendite, venti in più rispetto alla media del settore. Un problema, questo, per cui Stellantis ha pensato a una soluzione che non piace ai sindacati.
Il top management di Stellantis, infatti, starebbe ipotizzando un taglio della produzione di 100.000 vetture nel terzo trimestre del 2024, con le ovvie conseguenze per i dipendenti americani del gruppo. Shawn Fain. il numero uno del sindacato UAW, già la scorsa settimana ha minacciato uno sciopero nazionale chie interesserebbe gli stabilimenti di Stellantis, sottolineando gli obblighi sottoscritti dal gruppo siglando il contratto sindacale. Un'eventuale agitazione di questa portata potrebbe costare a Stellantis fino a 90 milioni di dollari al giorno. Per questo, Tavares ha in programma una serie di incontri con le autorità locali, nel tentativo di spegnere sul nascere lo sciopero.