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Le autorità di sicurezza tedesche stanno indagando sulla possibilità che il gruppo di sabotatori, accusato di aver danneggiato centinaia di automobili in Germania su presunto mandato russo, possa aver operato anche in Francia. Le indagini hanno rivelato che il presunto mandante russo si sarebbe congratulato con uno dei sospettati per il “buon lavoro” svolto a Parigi. Inoltre, sul telefono di un altro indagato sono stati trovati selfie scattati davanti alla Torre Eiffel, suggerendo la loro presenza nella capitale francese.
Secondo quanto scoperto da Der Spiegel e Mediapart, al momento le autorità francesi non hanno segnalato atti di sabotaggio simili sul proprio territorio. Tuttavia, i servizi segreti e la polizia francese sono stati informati della possibile operatività della rete anche oltre il confine tedesco.
Il gruppo, composto da un serbo, un bosniaco e un tedesco, è accusato di aver bloccato gli scarichi di oltre 270 auto in Berlino, Baviera, Brandeburgo e Baden-Württemberg utilizzando schiuma espansa. Inoltre, sui veicoli venivano applicati adesivi con il volto del ministro Robert Habeck e lo slogan "SEI GRÜNER!", un chiaro tentativo di far passare l'azione come opera di attivisti climatici radicali.
Secondo gli investigatori, tuttavia, questa campagna di disinformazione sarebbe stata orchestrata direttamente da Mosca per danneggiare l’immagine del partito dei Verdi tedeschi durante la campagna elettorale. Uno dei sospettati ha confessato che un cittadino russo li avrebbe reclutati tramite chat, promettendo 100 euro per ogni auto danneggiata. Diverse migliaia di euro sarebbero già state versate ai tre uomini.
Secondo il Verfassungsschutz (servizi di sicurezza interni tedeschi), Mosca starebbe utilizzando sempre più spesso “low level agents”, definiti anche “wegwerfagenten” (agenti usa e getta). Si tratta di giovani reclutati via messaggistica criptata, spesso con una forte ideologia filo-russa, per compiere atti di sabotaggio, vandalismo e propaganda in Europa senza ricorrere a veri e propri spie professioniste.
L’indagine in corso cercherà ora di stabilire se il piano di destabilizzazione abbia già oltrepassato i confini tedeschi, coinvolgendo anche la Francia.