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Tra lodi e critiche la Porsche Macan elettrica è diventata realtà. Dopo dieci anni di onorata carriera il SUV medio della Casa di Stoccarda abbandona completamente i motori endotermici a favore delle batterie ma, se sotto al cofano la rivoluzione è totale, gli esterni non si scostano troppo rispetto al passato.
Le dimensioni crescono, con la lunghezza che cresce di quasi sei centimetri, per un totale di 4.784 mm, l’altezza rimane praticamente invariata, a 1.622 mm, mentre la larghezza guadagna poco più di un centimetro arrivando a lambire i 194 centimetri. Dove cresce sensibilmente, invece, è nel passo, che guadagna ben 8,6 centimetri, arrivando a 2.893 mm.
I gruppi ottici anteriori ricordano un po’ quelli della Taycan, con le luci diurne a quattro punti, a LED, che sovrastano i fari principali, sempre a LED, con tecnologia matrix disponibile come optional.
Il posteriore è caratterizzato dalla linea discendente da coupé e dai fari 3D che ricordano un po’ quelli della 911, con il logo Porsche al centro. Ovviamente il design è stato progettato in funzione dell’aerodinamica, con un coefficiente che ammonta a solo 0,25. Lo spoiler posteriore, infatti, è adattivo, così come lo sono le alette di ventilazione sulle prese d’aria anteriori.
Così come le linee esterne, anche gli interni hanno beneficiato di una generosa rinfrescata, con un riuscito mix di digitale e analogico. La fascia a led che attraversa la plancia, oltre ad avere l’ovvia funzione di illuminare l’abitacolo, serve anche a segnalare lo stato di carica della vettura, a dare il benvenuto quando si sale in auto e, più importante, interagisce con i sistemi di ausilio alla guida.
Gli interni sono equipaggiabili con tre display, a partire dal quadro strumenti da 12,6 pollici e dallo schermo dell’infotainment da 10,9 pollici. Optional, invece, c’è il terzo schermo, sempre da 10,9 pollici, pensato per il passeggero, il quale può godersi anche contenuti in streaming che, per ovvie ragioni, non sono visibili al conducente. A completare il pacchetto ci pensa un head-up display che, per la prima volta, fa impiego della realtà aumentata.
Le sedute, sia all’anteriore che al posteriore, sono collocate più in basso e aumenta la capacità di carico del bagagliaio che passa da 488 litri della “vecchia” Macan a 540 litri, a cui si aggiungono 84 litri extra nel frunk, il bagagliaio anteriore sotto al cofano.
Le versioni in cui, al momento, è disponibile la Macan, sono due: 4 o Turbo. Entrambe sono dotate di due motori elettrici sincroni a magneti permanenti, uno per asse, con la prima che sprigiona 408 CV e 650 Nm di coppia, mentre la seconda che arriva a 639 CV e 1.130 Nm di coppia. La Macan 4 riesce a coprire lo scatto da 0 a 100 in 5,2 secondi, con una velocità massima limitata a 220 km/h, mentre la Turbo arriva a 260 km/h con uno scatto 0-100 che scende a 3,3 secondi.
Le due varianti, entrambe costruite sulla nuova piattaforma PPE, Premium Platform Electric, condividono la batteria da 100 kWh che consente di avere un’autonomia massima di 613 km per la Macan 4 e 591 km per la Turbo. La vera novità, come per l’Audi Q6 e-tron, è la possibilità di caricare con corrente continua a 270 kW, con un tempo di ricarica di soli 21 minuti dal 10 all’80%.
Gli optional che concorrono al piacere di guida sono tanti, a partire dall’asse posteriore sterzante, fino al sistema PASM delle sospensioni, anche abbinabile alle sospensioni pneumatiche. Optional che, chiaramente, fanno lievitare sensibilmente il prezzo.
A proposito di prezzi, la Macan 4 ha un listino che parte da 88.187 euro, mentre la Turbo da 121.242 euro. Il modello attuale, per avere un termine di paragone, parte dai 73.762 euro della versione base, che salgono a poco più di 100.000 per la GTS. Prezzi che, quindi, sono saliti.
Un po’ più grande rispetto alla nuova Macan elettrica e con un design da vero SUV, non coupé, la Mercedes EQE SUV è una delle proposte elettriche del Marchio della Stella più interessanti. Le dimensioni sono importanti: 486 centimetri di lunghezza, 194 di larghezza e 169 di altezza ma sono ben mascherate dalle forme molto tondeggianti.
A differenza di molte elettriche, il cofano è chiuso e non c’è spazio, quindi, per riporre i cavi di ricarica. La calandra, anch’essa chiusa, riporta un motivo tridimensionale con le stelle di Mercedes mentre i fari, full led, possono essere scelti anche in versione digitale. Cosa significa? Alcuni specchi di ridottissime dimensioni sono in grado di proiettare sulla strada avvisi di pericolo al conducente.
Se al posteriore troviamo una fascia luminosa che unisce i due fari, la linea laterale è caratterizzata dalle maniglie a scomparsa che, tra le altre cose, aiutano a diminuire il coefficiente aerodinamico che è pari a 0,25, un valore assimilabile a quello della Classe A.
Gli interni sono di alto livello con materiali pregiati e assemblaggi curati, come si addice a una Mercedes del proprio livello. A catturare l’attenzione del guidatore e degli occupati, senza ombra di dubbio, ci pensa l’Hyperscreen che ingloba tre display da 12,3, 17,7 e 12,3 pollici, destinati rispettivamente al conducente, al sistema di infotainment e al passeggero. Come per la Macan, il display del passeggero non è visibile al guidatore dato che, nel momento che quest’ultimo si gira per guardarlo, esso si oscura.
Lo spazio a bordo è ampio per tutti, anche al posteriore, grazie al pavimento piatto che permette al quinto passeggero di stendere comodamente le gambe.
Il bagagliaio, nonostante le dimensioni esterne abbondanti, si ferma a quota 520 litri, qualcuno in meno rispetto alla Porsche, anche se può salire fino a 580 mettendo lo schienale dei sedili posteriori in posizione verticale. Come scrivevamo pocanzi, però, i cavi devono per forza trovare spazio al posteriore non essendoci il vano anteriore.
A differenza dell’altra tedesca, la batteria della versione base della Mercedes EQE SUV si ferma a soli 90,56 kW, il che le consente di avere un’autonomia di 573 km a fronte di una potenza di 245 CV.
Salendo negli allestimenti, però, è disponibile anche una batteria da 96 kW, che fa salire a 613 km l’autonomia, con i cavalli che crescono a 292. Ci sono poi le versioni 500, 43 e 53 AMG, tutte con batteria da 90,56 kW, che hanno rispettivamente una potenza di 408, 476 e 625 CV, con un range che passa da 593 a 451 km.
I prezzi? Partono dai 91.955 euro della EQE 300 SUV e arrivano ai 134.545 della Mercedes-AMG EQE 53 4MATIC+ SUV.
Quando si parla di auto elettriche, è quasi impossibile non citare Tesla e la sfidante di Porsche Macan e Mercedes EQE SUV è, ovviamente, la Model Y.
Prossima al restyling, che dovrebbe aggiornarla con upgrade simili a quelli che abbiamo visto sulla Model 3, la Model Y, opera del designer Franz von Holzhausen ha un forte family feeling con le altre vetture presenti in gamma e, con le sue linee affusolate e levigate, benché non particolarmente fantasiose, ha conquistato il cuore di molti clienti.
A differenza di Mercedes, ma in linea con altre vetture del segmento, la Model Y sotto al cofano nasconde un pozzetto da 80 litri, perfetto per ritirare i cavi di ricarica.
Gli interni, in tipico stile Tesla, sono estremamente minimalisti e l’unico schermo presente, posizionato centralmente sulla plancia, in posizione orizzontale, ha una diagonale di 15 pollici. Da lì si gestisce tutto. Rispetto alle due vetture precedentemente prese in considerazione, la Model Y offre anche l’opzione a sette posti ma, in questo modo, si vanno ad inficiare i 600 litri di bagagliaio. Gli spazio interni del SUV a stelle e strisce sono molto ben sfruttati, soprattutto se si pensa che le dimensioni esterne, pur abbondanti, non sono enormi, con i suoi 4 metri e 75 di lunghezza, 192 centimetri di larghezza e 162 di altezza.
Cosa muove la Model Y? Ci sono tre varianti di potenza: si parte dalla versione a trazione posteriore con 325 CV e 455 km di autonomia, per poi passare alla trazione integrale Long Range, che ha una potenza di 351 CV, un’autonomia di 533 km e la trazione integrale. Infine, al top dell’offerta, si trova la Performance da 462 CV, che è in grado di coprire lo scatto 0-100 in soli 3,7 s e che garantisce – perlomeno sulla carta, un’autonomia di 514 km. Insomma, percorrenze non proprio record.
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