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Lo abbiamo ripetuto tante volte. Non tutti gli incidenti sono causati da automobilisti distratti, spericolati o in stato psico-fisico alterato. In alcuni casi, infatti, la causa principale di una collisione è dovuta allo scarso livello di manutenzione delle nostre strade. Inutile soffermarsi sul pessimo stato di salute della rete viaria italiana. Buche di ogni forma e dimensione, gallerie scarsamente illuminate, guard rail e new jersey pericolosi o cedevoli, segnaletica poco visibile, e chi più ne ha più ne metta. Ormai ci siamo quasi assuefatti, ma il problema di fondo resta. Una strada pericolosa, prima o poi, rischia sempre di fare male a qualcuno.
Finalmente però sembra che qualcosa stia iniziando a cambiare. Anche il Legislatore ha infatti riconosciuto che in tutti questi casi dovrà essere il gestore di quel determinato tratto di strada a rispondere dell'incidente, e a farsi carico delle eventuali responsabilità. A ricordarlo è la Legge che ha introdotto il reato di Omicidio Stradale, come ha ribadito in maniera esplicita una circolare di coordinamento con il Codice della Strada emanata dal Ministero dell'Interno, e recentemente inviata alle Prefetture e a tutte le Forze dell'Ordine.
A rivelarlo è stato Il Fatto Quotidiano, che riporta integralmente i punti salienti della circolare. “La fattispecie generica di omicidio colposo è quella commessa con violazione delle norme sulla circolazione stradale, la cui pena rimane la reclusione da due a sette anni… Il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade… anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli”.
Questo significa che se un tempo era difficile, se non impossibile, tirare in ballo lo stato di salute di una strada per definire le cause di un incidente, oggi invece ci sono tutti gli appigli giuridici per chiamare in causa il gestore della tratta in esame, in caso di evidenti lacune nella sua manutenzione. La circolare si riferisce in maniera esplicita all'articolo 14 del Codice della Strada, che stabilisce i doveri degli enti proprietari delle strade. Come riporta Il Fatto, questo articolo ricorda che “Gli enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi; b) al controllo tecnico della efficienza delle strade e relative pertinenze; c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”.
E la nuova Legge non scherza affatto, visto che prevede pene molto severe – si rischia un'accusa per omicidio colposo - per chi ricopre ruoli di responsabilità all'interno degli enti proprietari delle strade. A questo punto c'è da sperare che Stato, Regioni, Comuni e concessionarie pubbliche e private si diano da fare per migliorare la sicurezza della rete viaria italiana, ormai giunta a un punto di non ritorno. La nuova legge riuscirà ad essere la leva decisiva per tornare ad avere infrastrutture sicure ed efficienti?