Scandola (Skoda): «Vincere? Il segreto sono forza, abilità e strategia, come negli scacchi»

Scandola (Skoda): «Vincere? Il segreto sono forza, abilità e strategia, come negli scacchi»
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La prima vittoria di Umberto Scandola e Guido D’Amore al Sanremo è arrivata al termine di un week end rocambolesco. Il parere del protagonista, che come sempre si defila per elogiare il “pacchetto” vincente | <i>P. Batini</i>
7 aprile 2014

Sanremo - Per Guido D’Amore è la vittoria che vale un record “locale” storico, era dagli anni settanta che un imperiese non si aggiudicava il Rally di Casa. Da bambino Guido andava sulle montagne di casa sua a seguire il Rally, e sognava di parteciparvi, e naturalmente di vincerlo. Adesso il sogno è realizzato.

 

Per la macchina, la Skoda Fabia S2000 con la quale l’equipaggio si è aggiudicato il Titolo Piloti 2013, la vittoria è la conferma di un potenziale molto elevato, forte quest’anno di una aggiunta e comprovata affidabilità.

 

Per il pilota, Umberto Scandola,  il successo così importante corrisponde a un’altra gara sofferta, questa volta “minata” da un malore che si è aggiunto all’oggettiva difficoltà dell’impegno. Ma alla fine sono, naturalmente, tutti contenti, e l’euforia per il successo che lancia Scandola e D’Amore largamente in testa all’Italiano, dissimulata a stento, è quanto mai legittima.

 

Un malore, se c’era una situazione in cui se ne poteva fare a meno era proprio quella di un Sanremo così difficile e impegnativo, su tutta la linea. Cos’è successo?

«Penso si sia trattato di una congestione. Quando siamo rientrati dalla prova lunga, sabato sera, credo di aver bevuto dell’acqua troppo fredda e la notte sono stato parecchio male. Sabato notte non sono riuscito a chiudere occhio, e domenica non ero ancora a posto, anzi, mi sentivo uno straccio. Per fortuna i medici dell’organizzazione mi hanno iniettato un “non so cosa”, sta di fatto che ho iniziato a sentirmi meglio, almeno riuscivo a resistere, e a partire dal secondo giro le cose sono andate decisamente meglio, anche se mi sentivo ancora spossato. Alla fine della gara mi sembrava di stare finalmente bene, ma forse è l’effetto della vittoria».

SCANDOLA SHAKE 1
Scandola ha ottenuto una vittoria al Sanremo grazie ad una gara efficace, ma anche per una strategia studiata a tavolino con la squadra

 

Un andamento di gara piuttosto singolare, partenze “lente”, e progressione decisiva. Hai vinto, infatti, alla fine di ogni giro, e di ogni giornata del Sanremo, sabato sera con la stupenda affermazione nella Ronde, la prova più lunga del Rally. È una strategia?
«Non direi che è una logica di tattica, anzi è anche un po’ casuale. Dipende dalla situazione del momento. Sabato, per esempio, non era casuale. Avevamo fatto delle scelte, sapevamo dove potevamo essere veloci e dove avremmo pagato, domenica è stato più un fenomeno legato al caso. Alla fine della prima giornata di gara avevamo pensato a delle modifiche di messa a punto, che si sono rivelate non indovinatissime, e nel pomeriggio, quando siamo riusciti a intervenire con i setting giusti, ho potuto guidare bene, senza prendere rischi, e i tempi sono venuti».

 

La Ronde, è stata anche una prova d’orgoglio?
«Sappiamo tutti come è andata. È andata bene e siamo stati anche fortunati, perché Giandomenico era in testa e non era “raggiungibile” con facilità. Ci siamo tolti la soddisfazioni di sottrargli il primato nella Prova lunga, e tra l’altro in condizioni veramente difficili. Siamo partiti con l’umido, poi si è asciugata, poi di nuovo bagnato, fango, in una prova tutte le condizioni che si possono trovare in un intero rally. Sulla Ronde si decideva la gara, è naturale che abbiamo cercato di impegnarci al massimo per ottenere il meglio. In effetti, se non avessimo compromesso l’andamento della nostra gara di domenica con quelle scelte non proprio azzeccate, in effetti avremmo potuto dire di aver deciso la nostra gara proprio sulla Ronde. Per questo abbiamo affrontato la Ronde con l’intenzione di ottenere il massimo, e ci siamo riusciti».

Sappiamo tutti come è andata. È andata bene e siamo stati anche fortunati, perché Giandomenico era in testa e non era “raggiungibile” con facilità

 

Sei molto bravo nell’aver cura dei dettagli, e nell’impostare le tue gare dal punto di vista tattico. È molto difficile impostare una gara “strana” come questo Sanremo, costantemente insidiato da condizioni meteo così incerte e variabili?
«Devo dire che, in realtà, le strategie le decidono al paddock, in assistenza. Chiaro che ne discutiamo tutti assieme, ma è la Squadra che suggerisce le scelte. La tattica dipende non solo dal decidere dove e come andare più forte, ma anche e soprattutto dalle decisioni prese sul set up della macchina. Devi sempre trovare il compromesso migliore per affrontare una prova nella quale sai che sei penalizzato, e osare, se possibile, per quelle PS che ti sono più congeniali. È di fatto un lavoro continuo alla ricerca del migliore compromesso, in particolar modo in una gara come è stata questa, sviluppata su terreni molto doversi e, soprattutto, diversamente insidiosi a seconda del meteo. Naturale che io e Guido siamo una parte importante, soprattutto quando riusciamo ad interpretare al meglio le scelte tecniche adottate sulla macchina, ma è un fatto che nel nostro Team lavoriamo tutti insieme».

cir 2013 sanremo 18
La Skoda Fabia S2000 ha dato prova di essere ancora competitiva

 

Anche un bravo “pianificatore”, direi. Hai già dichiarato, più o meno, che da questo momento, visti i risultati delle due prime gare del CIR, sono gli altri a dover attaccare, tu puoi permetterti di guardarti un poco alle spalle. Vuol dire che non ti vedremo più guidare come sai e puoi?
«No, diciamo meglio che adesso dobbiamo valutare le situazioni volta per volta. Secondo me è chiaro che sarebbe un peccato sprecare questo vantaggio che abbiamo con uno zero. Il fatto è che le gare sono gare, e come abbiamo visto in questo week end può succedere davvero di tutto. Però è anche un fatto che dobbiamo cercare in tutti i modi di conservare il vantaggio acquisito il più possibile intatto. Sono sicuro, peraltro, che le occasioni per dare il massimo anche sotto il profilo della guida non mancheranno di certo».

 

Che la macchina fosse competitiva, che il “pacchetto” lo fosse altrettanto, lo si poteva ipotizzare con una certa facilità. Forse, direi, l’ultimo ad esserne convinto sei stato proprio tu. Giusto?
«Sì, forse sì. Ma non era mancanza di fiducia, era solo quella specie di ansia che precede i necessari momenti delle verifiche, delle prove della bontà delle scelte operate e del lavoro fatto. Adesso posso dire, una volta partiti e con cognizione di causa, che sono molto, ma molto soddisfatto, perché mi rendo conto che possiamo fare molto bene. Il “pacchetto” si è rivelato molto competitivo, la nostra Fabia è curata in modo particolare, Skoda Italia, Gianluca Faith, credono molto nel progetto e vi riversano molte energie, dalla Repubblica Ceca riceviamo gli aggiornamenti studiati per la vettura. Per questo ci credo, e ci crediamo tutti. A volte dove non si arriva tecnicamente metteremo in campo magari un po’ di astuzia, o cercheremo come sempre di considerare ogni più piccolo dettaglio delle gare. Lavoreremo certamente molto su tutti i tasselli che compongono i mosaici delle gare. Anche questo è molto bello».

 

Sono gare di forza e di abilità, ma anche piccole partire a scacchi?
«Eh sì, e tutti i pezzi sono importanti, dalla regina ai pedoni».
 

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