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Ci siamo: il giorno segnato in rosso sul calendario del Gruppo Volkswagen è finalmente arrivato. L’EPA – Environmental Protection Agency – e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, da tempo, accusano la multinazionale tedesca di aver installato dispositivi illegali a bordo dei propri veicoli, andando a mistificare le reali emissioni delle automobili alimentate a diesel.
Seguendo alla lettera il Clean Air Act, alla casa di Wolfsburg andrebbe comminata una sanzione fino a 32.500 dollari per ogni auto spinta dal diesel da 2 litri – 499.000 in totale – e fino a 37.000 dollari per le 85.000 auto sulle quali è installato il propulsore diesel da 3 litri. Il computo massimo, quindi, è di 19 miliardi di dollari.
«L'azione è un importante passo per tutelare la salute pubblica cercando di rendere Volkswagen responsabile per l'inquinamento» commenta l’EPA. «Perseguiremo tutte le strade contro Volkswagen per affrontare le violazioni» afferma invece il Dipartimenti di Giustizia.
Una delle figure chiave dello scandalo statunitense è Wolfgang Hatz. Sospeso dalla casa tedesca, negli anni passati il manager è stato a capo alla guida dello sviluppo dei motori e trasmissioni del Gruppo. A pochi mesi dalla nomina, Hatz aveva aspramente criticato le leggi californiane in materia di emissioni, bollandole come irrealistiche.