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Renault torna nel mirino. Questa volta però la faccenda sembra essere ben più seria. Mentre a novembre era stata un'associazione tedesca ad accusare il costruttore francese di possibili truffe sulle emissioni, questa volta sono le autorità francese a nutrire sospetti.
Gli inquirenti della Dgccrf (Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes) sono intervenuti in diversi impianti Renault giovedì scorso, secondo il volantino della Cgt, il principale sindacato francese, ed hanno sequestrato "i Pc di numerosi dirigenti" nell'impianto di Lardy, in Essone, a sud di Parigi.
I settori oggetto dell'indagine - spiega il sindacato - riguardano la divisione 'omologazione e messa a punto dei controlli sui motori' e "lasciano fortemente pensare" che "queste perquisizioni sono legate alle conseguenze dell'affare dei motori truccati di Volkswagen". Secondo la Cgt le perquisizioni hanno riguardato anche gli impianti di Guyancourt (Yvelines), Plessis-Robinson et Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi.
La Cgt afferma di essere stata informata dai delegati degli impianti di Lardy e Guyancourt. "Abbiamo interpellato ieri la direzione - afferma il delegato centrale Frank Daoût - ma non abbiamo avuto risposte, siamo tutti sorpresi".
La notizia sta già facendo il giro del mondo con effetti deleteri sui mercati finanziari. Il titolo Renault infatti perde oltre il 20%, trascinando in rosso l'intero settore automobilistico. FCA in testa.
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