Salvare i veicoli storici: la “mission possible” dei bio-carburanti

Salvare i veicoli storici: la “mission possible” dei bio-carburanti
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Un convegno rivela il contributo dei bio-carburanti per raggiungere gli obiettivi UE Fit for 55
20 febbraio 2025

Sarà un mix di biomasse a consentire agli appassionati di usare i loro gioielli d'epoca nel rispetto delle normative europee sulle emissioni?

Quello che fino a poco tempo fa poteva apparire come una vena speranza, inizia invece ora a prendere forma.

Nell'austera sede istituzionale della biblioteca della Camera dei Deputati, e con il vicepresidente Giorgio Mulè a fare gli onori di casa, si è svolto l'interessante convegno “Il contributo dei bio-carburanti per il raggiungimento degli obiettivi UE Fit for 55”, per presentare i primi riscontri del programma “ASI Net Zero Classic”, promosso dall’Automotoclub Storico Italiano con la partecipazione delle Università degli Studi di Firenze e di Trieste, del Politecnico di Milano e di InnovHub - Stazione Sperimentale Carburanti.

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“ASI Net Zero Classic” è la ricerca sull’impiego di bio-benzine di seconda generazione che intende confermare in termini percentuali i valori di riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti - in particolare la CO2 -, misurando nel contempo le riduzioni di sostanze inquinanti prodotte e le prestazioni dei propulsori.

E, soprattutto, questa iniziativa ha acceso un faro sull’interazione di questi nuovi carburanti con i veicoli di rilevanza storica.

Alberto Scuro, Presidente ASI, interviene al convegno alla Camera dei Deputati
Alberto Scuro, Presidente ASI, interviene al convegno alla Camera dei Deputati

Bio meglio del carburante fossile

Per bio-carburante, ricordiamo, si identificano combustibili la cui energia si ottiene attraverso il processo di fissazione biologica del carbonio, utilizzando materia organica; questi carburanti vengono prodotti in tempi brevi, a differenza dei classici combustibili d'origine fossile, che impiegano milioni di anni per formarsi; rispetto alla prime esperienze, siamo oggi in presenza di bio-carburanti “di seconda generazione", ottenuti con tecniche più moderne ed efficaci, come la lavorazione di materiale lignocellulosico. 

Si tratta di carburanti innovativi, realizzati utilizzando scarti delle lavorazioni agricole additivate e mescolate alla normale benzina (nel caso del Sustain Classic Super 80 il mix è all’80% di biocarburante e 20% di benzina fossile); ed anche se la Corte dei Conti Europea non ha ancora dato loro il via libera, proprio grazie al processo con cui vengono creati i bio-carburanti permettono di ridurre le emissioni di CO2, mentre l’anidride carbonica emessa allo scarico è bilanciata da quella assorbita durante la coltivazione di terreni, piante e di qualunque altro elemento presente di quegli scarti che danno poi origine al biocarburante stesso.

Partendo proprio da questi bio-carburanti, e con la collaborazione con Istituti di ricerca e Università, ASI sta conducendo diversi test per sperimentare e verificare gli effetti dell’uso di bio-benzine per muovere veicoli storici di vario genere.

I risultati sperimentali, ottenuti testando i beo-carburanti su una vettura iconica come la Lancia Stratos, indicano chiaramente che non ci sono variazioni di performance se non addirittura in senso positivo in alcune occasioni, che i consumi non aumentano, che le temperature dei gas di scarico sono invariate, che le emissioni allo scarico diminuiscono significativamente nei principali parametri oggi nel mirino: è dimostrato che questa benzina innovativa è drop-in, non richiedendo motori adattati in alcun modo ed essendo totalmente mixabile con altre benzine in commercio.

«Il biocarburante - ha sottolineato nel suo intervento Francesco Di Lauro, Presidente Commissione ASI Green - ha superato anche il test di emissioni allo scarico in laboratorio effettuato presso la sede di San Donato Milanese di Innovhub, centro di ricerca e innovazione accreditato Accredia come Laboratorio di prova operante in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018. Nel ciclo urbano è stata rilevata una riduzione delle emissioni di monossido di carbonio del 26%, salita al 31% in quello extraurbano e sono risultate ridotte anche le emissioni allo scarico degli idrocarburi incombusti, compresa la componente metanica, e del particolato carbonioso. I dati emersi durante i cicli di prova effettuati in ripetibilità sul banco a rulli, dimostrano una riduzione tangibile nelle emissioni delle più importanti sostanze nocive».

La combinazione di questi risultati e l’assenza di etanolo nella formulazione evidenzia quanto la bio-benzina sia poco o nulla igroscopica - quindi non danneggia i motori a causa della corrosione - e che la combustione nella camera di scoppio è completa e con la giusta velocità di propagazione per trarre il massimo dal motore in esame; la carburazione non viene inficiata e viene conservato il corretto rapporto stechiometrico con l’ossigeno necessario alla combustione.

Ulteriori prove previste - come il test-drive di 10.000 km con una Lancia Flaminia GT Touring del 1967 - contribuiranno a stabilire l’utilità di impiego dei carburanti prodotti da fonti rinnovabili nella gestione energetica dei veicoli e quindi permettere di tenere in vita ed in attività i veicoli storici, i migliori rappresentanti del genio motoristico della nostra nazione.

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