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La carriera di Eric Carlsson, rallyman di fama internazionale noto come “Mr. Saab”, copre sei decenni: dalle prime esperienze come collaudatore a Trollhättan al trionfo nel Rallye di Monte Carlo, fino all’attività di ambasciatore del marchio Saab in tutte le parti del mondo. Forte di questa irripetibile esperienza, in vista dei festeggiamenti per i 60 anni di attività di Saab in campo automobilisti a Carlsson è stato chiesto di scegliere sei modelli, uno per ciascun decennio, che raccontano come gli interessi automobilistici di un costruttore di aeroplani abbiano... preso il volo.
Da giovane Erik Carlsson era solito soffermarsi lungo il perimetro dell’aeroporto di Trollhättan a seguire le acrobazie degli aerei Saab sopra la sua testa. Mai avrebbe immaginato che un giorno Saab avrebbe iniziato a costruire automobili e che lui stesso avrebbe avuto un ruolo chiave nella sua crescita in questo settore.
I successi di Erik al volante delle “piccole rosse svedesi” comprendono due vittorie consecutive al Rallye di Monte Carlo e tre nel RAC Rally. Le sue vittorie all’inizio degli Anni Sessanta fecero conoscere Saab in tutto il mondo. Ancora oggi, all’età di 78 anni, Erik Carlsson ha un ruolo attivo nell’attività della marca svedese del gruppo General Motors.
Anni ‘50
"Penso che tutti abbiamo un posto speciale nel cuore per Ia nostra prima automobile» dice. «Nel mio caso si tratta di una Saab 92 di colore verde che acquistai di seconda mano da un agricoltore di Trollhättan. Era il 1952, avevo 23 anni ed avevo cominciato a lavorare in un garage cittadino".
"Saab era la grande azienda locale ed aveva appena cominciato a costruire automobili. Era un momento di grande entusiasmo. Il modello 92 era molto differente dalle altre automobili dell’epoca: aveva una carrozzeria slanciata ed era costruito con tecniche aeronautiche. All’epoca la maggior parte delle automobili aveva ancora la carrozzeria separata dal telaio al quale era imbullonata. Al contrario, Saab 92 aveva già una carrozzeria a scocca portante, proprio come la maggior parte delle automobili di oggigiorno. Era leggera, ma anche molto robusta, come ho avuto modo di scoprire nei rally".
"La trazione anteriore la rendeva inoltre molto maneggevole. Pur avendo un motore di piccola cilindrata, ciò mi consentiva di andare più forte di automobili più grandi e potenti".
Anni ‘60
Le prime vittorie di Carlsson in alcuni rally nazionali al volante della sua Saab 92 impressionarono favorevolmente la Casa svedese che lo assunse a tempo pieno come collaudatore e pilota ufficiale della squadra rally. La sua “Saab degli Anni Sessanta” è la famosa Saab 96 con cui ottenne una serie di affermazioni a livello internazionale. Venduta in oltre 500.000 esemplari, restò in produzione per quasi 20 anni.
"Oltre a disporre di un motore più potente, Saab 96 poteva contare su buone sospensioni, freni a disco e su ottima tenuta di strada. Non avevamo una gabbia interna di sicurezza che ci proteggeva in caso di ribaltamento, ma con questa vettura non ne avevamo bisogno, come ebbi modo di apprezzare in alcune circostanze. Anche se mi guadagnai il soprannome di “Carlsson a game all’aria”, non credo di essermi poi ribaltato tante volte. Nondimeno ricordo quando finii dentro ad un fosso e l’acqua cominciò ad entrare all’interno dell’abitacolo. Era come stare seduti dentro alla vasca dei pesci. I montanti del tetto erano però molto robusti: per questo motivo non annegai né mi feci male".
Le conoscenze aeronautiche dei progettisti Saab permettevano loro di realizzare automobili che erano al tempo stesso robuste e leggere. Ciò contribuì a rendere famosa Saab 96 e permise a Carlsson di essere protagonista di ottime prestazioni su fondo innevato e ghiacciato, sfruttando la tenuta di strada della vettura. Una bella pubblicità, anche per la versione station wagon, il modello 95 che da essa derivava.
"La gente spalancò gli occhi quando, nel 1961, mi presentai al via del Rally di Monte Carlo al volante di una Saab 95. Era insolito vedere una station wagon impegnata in una competizione, ma il modello 95 si comportava bene quanto la 96. Ed infatti quell’anno si classificò al quarto posto. Utilizzammo questo modello, caratterizzato dall’appendice aerodinamica sul tetto, perché montava un cambio a 4 marce che ci aiutava ad affrontare i passi alpini".
Anni ‘70
Secondo Carlsson, l’icona Saab degli Anni Settanta è una Saab 99 Turbo di colore nero. "A quell’epoca molte persone dicevano che il turbocompressore non era adatto ai modelli di serie - ricorda Erik - La storia ha dimostrato che avevano torto".
All’epoca le parole “turbocompressore” e “Saab” erano strettamente collegate come “pesche” e “crema” oppure “uova” e “pancetta”. Quando nel 1977, ovvero esattamente trent’anni fa, Saab presentò la 99 Turbo, la Casa svedese stupì il mondo dell’automobile affermando che aveva “addomesticato il turbo”.
"L’ottimo assetto di Saab 99 permise al turbocompressore di esprimere appieno tutto il suo potenziale» dice oggi Erik, ricordando i test segreti e le sue prime sbalorditive prestazioni a sfruttando appieno la sovralimentazione. «Abbiamo lavorato sodo per controllare la pressione di sovralimentazione, per contenere l’esplosiva potenza del propulsore e metterla a terra. Alla fine però abbiamo dimostrato che la cosa era realizzabile ed oggi quasi tutti utilizzano senza problemi il turbocompressore".
Ai giorni nostri l’idea di ricavare un’ “elevata potenza da un motore di piccola cilindrata” o di “contenere la cilindrata”, come dice Saab, è ancora più interessante in quanto oggi sentiamo l’esigenza di contenere il peso dei motori, ridurne l’ingombro e migliorare i loro consumi. "Il nostro ingegnere-capo Pelle Gillbrand era solito spiegare la cosa in modo molto semplice - prosegue Erik - Avrebbe detto, ad esempio, che tutti i motori hanno una pompa per la benzina, una per l’acqua ed una per il lubrificante – perché allora non dovrebbero averne anche una per l’aria? Questo è in pratica un turbocompressore. Gillbrand trovava strano che tutti i motori non ne avessero uno".
Il parabrezza avvolgente, il cofano bombato ed i paraurti ad assorbimento d’urto conferivano a Saab 99 quell’aspetto forte e personale che fece entrare Saab nella fascia superiore del mercato, un processo proseguito con la sua evoluzione, la famosa Saab 900, venduta oltre 900.000 esemplari.
"I primi esemplari prodotti in serie avevano ruote in lega Inca di colore Jet Black e Cardinal Red che con il loro disegno ricordavano le alette della turbina del turbocompressore - prosegue Erik - Era – ed è ancora oggi – un’automobile piena di personalità. Il fatto che il dispositivo di avviamento fosse inserito sul pavimento tra i sedili anteriori stupì sempre il pubblico. Eppure la scelta aveva valide ragioni che avevano a che fare con l’ergonomia e la sicurezza in caso di collisione. E’ come la “cloche” degli aeroplani, posta tra i sedili e la plancia. Ancora oggi è lì ed è un’altra soluzione che penso abbia convinto anche gli scettici che avevano torto!".
Anni ‘80
Come automobile Saab degli Anni Ottanta, Carlsson indica la Saab 900 Cabriolet, un modello che stupì il mondo dell’automobile quando venne presentata in anteprima al Salone di Francoforte, nell’Autunno del 1983. "Non penso che qualcuno si aspettasse che Saab potesse tirare fuori una cabriolet - ricorda - Dopo tutto non è certo il genere di automobile che ci si può aspettare realizzi una Casa scandinava. Eppure ha avuto uno straordinario successo”.
Negli Anni Ottanta le cabriolet non erano diffuse come lo sono oggi. Saab precorse i tempi riproponendo le automobili scoperte come funzionali mezzi di trasporto utilizzabili in tutti i mesi dell’anno. «Abbiamo sempre avuto vetture dotate di robuste capote, completamente automatiche, rapide e facili da usare. Questo era un requisito essenziale» ricorda Erik. "In questo modo abbiamo potuto mostrare al pubblico quanto fosse bello possedere e guidare la nostra automobile d’Estate come d’Inverno".
Riservata inizialmente al mercato statunitense, la prima 900 Cabriolet fu presto disponibile a livello mondiale. "Era un’automobile bella da vedere, sia con la capote chiusa che abbassata, ma soprattutto appariva come un modello del tutto a sé stante e non come una semplice versione scoperta della 900 berlina a 3 porte - spiega Erik Ancora oggi guido una Saab Cabriolet in vari periodi dell’anno. D’inverno, quando fa freddo potete, abbassare la capote e guidarla in modo molto confortevole con il riscaldamento acceso".
Nel corso degli anni Saab ha organizzato una serie di importanti eventi che hanno avuto come protagoniste le sue cabriolet. E’ questo il caso, ad esempio, di un viaggio nella Terra del Sole a Mezzanotte, un’escursione di 1.500 chilometri attraverso la Svezia fino a Capo Nord, il “tetto d’Europa”, nel Circolo Polare Artico. Erik ricorda con particolare piacere anche il Rally Monte Carlsson, che portò i partecipanti dalle rive del Mediterraneo attraverso le Alpi Marittime fino ad una località sciistica a 2.000 metri sul livello del mare. "Si poteva guidare con la capote abbassata sotto i caldi raggi del sole e poche ore dopo trovarsi sulla neve e sul ghiaccio: un’ottima dimostrazione delle potenzialità delle nostre cabriolet".
Saab ha venduto più di 250.000 Cabriolet di tre generazioni differenti. In molti Paesi europei sono risultate spesso le automobili scoperte più vendute della loro categoria.
Anni ‘90
Per effettuare, nel 1986, la famosa prova di velocità e durata sul circuito americano di Talledega ci volevano però automobili con il tetto di metallo. In quell’occasione Erik fu a capo del gruppo di collaudatori che guidarono le tre Saab 9000 Turbo protagoniste della prova. Correndo senza interruzione per quasi 20 giorni (fermandosi solo per rifornirsi di carburante, cambiare le gomme ed effettuare la normale manutenzione), stabilirono una serie di nuovi record di velocità e di percorrenza per le automobili prodotte in serie. Una di queste Saab 9000 percorse 100.000 chilometri alla media 213,299 km/h.
Per celebrare questo risultato venne realizzata una serie speciale chiamata 9000 Talladega che in Gran Bretagna divenne famosa come Carlsson Edition (Erik aveva già legato il suo nome ad una speciale versione del modello 900). Queste versioni ad alte prestazioni trovarono nel 1993 la loro espressione finale nel modello Saab 9000CS Aero che per Erik è la “Saab degli Anni ’90”. Questa vettura è anche la prima Saab Aero, denominazione che ancora oggi indica i modelli al vertice della produzione Saab.
"Saab 9000 era un’ottima automobile, molto spaziosa e confortevole, dotata di un grande portellone posteriore che le conferiva la versatilità di una station wagon - ricorda Erik - Una volta ripiegati in avanti i sedili posteriori, poteva trasportare una gran quantità di cose; con i sedili posteriori in posizione era come una berlina".
Saab presentò anche il nuovo sistema di gestione elettronica del motore Saab Trionic, che aveva una capacità di elaborazione superiore a quella dei computer che portarono l’Uomo sulla Luna. Saab Trionic era la piattaforma ideale per la più potente versione Aero. "Il nuovo turbo benzina di 2.300 cc aveva una coppia fantastica - ricorda Erik - La versione Aero era la più veloce automobile che avevamo prodotto fino a quel momento".
"Il motore, dotato di contralberi di equilibratura, aveva un funzionamento molto fluido ed erogava molta potenza anche a bassissimi regimi di rotazione. Qualunque fosse la marcia inserita, bastava premere l’acceleratore per avere una risposta pressoché immediata".
"Pur essendo un’automobile di grandi dimensioni, era molto maneggevole. Di essa tutti apprezzarono anche il comfort dei sedili. Questa però era una cosa per cui le automobili Saab sono state sempre famose; anche i sedili della mia prima Saab 92 erano molto comodi".
Le due versioni a 4 ed a 5 porte di Saab 9000 fecero entrare la marca svedese nel segmento delle automobili di classe premium. Ne furono venduti oltre 500.000 fino a quando nel 1998 la produzione non venne interrotta.
XXI Secolo
Quando non guida una Saab Cabriolet, Erik è al volante di una Saab 9-5 Wagon Aero. Nessuna di queste due automobili è però la sua “scelta Saab” per il primo decennio del nuovo millennio. Ad entrambe ha preferito il prototipo Saab Aero X, presentato lo scorso anno al Salone dell’Automobile di Ginevra. Dotato di un tetto che si solleva come quello della cabina di un aereo da caccia e di un motore V6 BioPower turbo, che può funzionare a bioetanolo puro (e quindi senza alcuna emissione di CO2 di origine fossile), Aero X è studiata per rispondere alle esigenze del nuovo secolo.
"In Svezia c’è una grande tradizione in tema di protezione ambientale - spiega Erik - Saab è stata la prima Casa automobilistica ad adottare pastiglie dei freni senza amianto e condizionatori senza gas CFC. Questo prototipo porta avanti questa tradizione senza condizionare le prestazioni del motore turbo".
"Se osserviamo Saab Aero X, vediamo subito come siano cambiate le nostre automobili nel corso di questi 60 anni" dice Eric che anni fa ebbe modo guidare la prima Saab a 2 posti (la leggerissima Sonett del 1956).
"Penso però che questo sia un buon momento per guardare al futuro ed apprezzare al tempo stesso le automobili del passato - prosegue - Saab Aero X è un’automobile modernissima che indica che nel prossimo futuro Saab realizzare automobili molto affascinanti. Era dal 1985 che non presentavamo un prototipo. Negli ultimi tempi nei abbiamo realizzati parecchi: questo vuol dire che lo spirito Saab è ancora forte".
"Il parabrezza avvolgente è una tipica espressione del design Saab. Si tratta evidentemente di una proposta stilistica, ma non sono certo che lo sia anche il tetto che si solleva e l’assenza delle porte; d’altra parte, la prima Saab era priva del cofano del bagagliaio ed aveva porte che si aprivano da davanti!".
Parlando più seriamente, Erik concorda sul fatto che, quando iniziò la sua carriera in Saab, le automobili della Casa svedese erano praticamente sconosciute al di fuori della Scandinavia. Ed è anche troppo modesto per sottolineare che le sue vittorie nei rally ebbero un ruolo molto importante nel far conoscere il nome Saab al di fuori del Paese. Oggi la marca è conosciuta a livello mondiale e vende automobili di classe premium in oltre 60 Paesi del mondo. Carlsson e le automobili da lui indicate possono prendersi il merito di contribuire a fare in modo che questo si verifichi.
Erik si ritroverà con le sue Saab preferite e con molte altre in occasione delle Celebrazioni per i 60 Anni Saab in programma il 7-10 Giugno a Trollhättan, in Svezia. Potrebbe essere il maggiore raduno di appassionati e sostenitori del marchio Saab di tutti i tempi: gli organizzatori attendono più di 30,000 visitatori da tutte le parti del mondo. (ulteriori informazioni sul sito www.saabfestival.se).
La scelta di Carlsson:
Saab 92 (1950)
Carrozzeria a scocca portante, berlina 2 porte, trazione anteriore
Motore 2 cilindri, 2 tempi, 764 cc, cambio manuale a 3 marce
Potenza: 25 CV a 3.800 giri/minuto. Coppia massima 59 Nm a 2.000 giri/minuto
Velocità: 105 km/h.
Saab 96 (1960)
Carrozzeria a scocca portante, berlina 2 porte, trazione anteriore
Motore 3 cilindri, 2 tempi, 841 cc, cambio manuale a 4 marce
Potenza: 38 CV a 4.250 giri/minuto. Coppia massima: 80 Nm a 3.000 giri/minuto
Velocità: 125 kmh. Accelerazione 0-100 km/h: 25.6 sec
Saab 99 Turbo (1977)
Carrozzeria a scocca portante, berlina 3 porte/due volumi, trazione anteriore
Motore 4 cilindri, turbo benzina, 1.985 cc, cambio manuale a 4 marce
Potenza: 145 CV a 5.000 giri/minuto. Coppia massima: 235 Nm a 3.000 giri/minuto
Velocità: 198 km/h. Accelerazione 0-100 km/h: 8.9 sec
Saab 900 Turbo Cabriolet (1986)
Cabriolet a 2 porte, 4 posti, trazione anteriore
Motore 4 cilindri, turbo benzina, 1.985 cc, cambio manuale a 5 marce
Potenza: 175 CV a 5.300 giri/minuto. Coppia massima: 273 Nm a 3.000 giri/minuto.
Velocità: 205 km/h. Accelerazione 0-100 km/h: 8.7 sec
Saab 9000CS Aero (1993)
Carrozzeria a scocca portante, berlina 5 porte/due volumi, trazione anteriore
Motore 4 cilindri, turbo benzina, 2.290 cc, cambio manuale a 5 marce
Potenza: 225 CV a 5.500 giri/minuto. Coppia massima: 350 Nm a 1.950 giri/minuto.
Velocità: 240 km/h. Accelerazione 0-100 km/h: 6.9 sec
Saab Aero X Concept (2006)
Carrozzeria monoscocca, coupé 2 posti, tetto sollevabile, trazione integrale
Motore V6 BioPower, doppio turbocompressore, 2.792 cc., cambio manuale a 7 marce
Potenza: 400 CV a 5.000 giri/minuto. Coppia massima: 500 Nm a 2.000 giri/minuto.
Velocità: 250 km/h (autolimitata). Accelerazione 0-100 km/h: 4.9 sec (stimata)