Saab Aero X

Saab Aero X
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Ecologia e sportività per annunciare il futuro...
3 marzo 2006

Se ci fosse un concorso “La più bella Concept Car di Ginevra 2006”, le probabilità riservate alla saab Aero X per un posto sul gradino più alto del podio sarebbero elevatissime. I perché sono da ricercare nello stile piacevole, nella semplicità costruttiva tradita solamente dalla curiosa quanto irrealizzabile apertura delle porte (tutt’uno col tetto ed il parabrezza) ed un motore che propone una ulteriore evoluzione del concetto BioPower già proposto sulla 9-5.

Insomma, un prototipo coi fiocchi...che non avrà certamente un futuro nella produzione di serie, ma che non dimentica di anticipare il futuro, in particolar modo per quanto concerne le forme della chiacchieratissima – ma non ancora certa – sportivetta erede della mitica Sonnett.

Presto per parlarne? Sicuramente, per cui concentriamoci sulla Aero X che potrebbe già andarsene a spasso bruciando bio-etanolo - a tutto vantaggio dell’abbattimento delle emissioni di CO2 – senza dimenticare un occhio di riguardo per la sportività.
Il suo V6 bi-turbo da 2.8 litri, infatti, eroga 400 CV a 5.000 giri e 500 Nm di coppia massima tra i 2.000 ed i 5.000 giri, che vengono scaricati a terra da una inedita combinazione tra la trazione integrale permanente ed un cambio automatizzato a doppia frizione e sette rapporti.

Agli amanti dei numeri, segnaliamo che i tecnici saab hanno calcolato per lei una velocità massima (autolimitata) di 250 km/h ed uno 0 a 100 km/h in soli 4.9 secondi.

All’interno dell’abitacolo, gli stilisti hanno lavorato sodo per eliminare del tutto i classici strumenti e pulsanti. Sono state adottate tecniche riprese dalla fabbricazione del vetro e degli strumenti di precisione, con l’obiettivo di presentare le informazioni sotto forma di immagini grafiche tridimensionali…che si materializzano su superfici lisce di materiale acrilico simile al vetro.

Non ci rimane che segnalare il largo uso di materiali compositi per la realizzazione della scocca e della carrozzeria, così come è curiosa la scelta di differenziare di un pollice il diametro dei cerchi tra l’anteriore ed il posteriore: 22 pollici davanti e 23 dietro, controllate nella loro escursione da ammortizzatori a controllo elettronico.

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