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In Saab, negli ultimi anni, le cose si sono fatte difficili: se infatti i modelli in listino continua a proporre quello stile e quelle caratteristiche di prestazioni e sicurezza che fanno parte del DNA della casa svedese, è anche vero che la 9-3 berlina non ha mai sfondato (la cabriolet, invece, continua ad andare a gonfie vele), non riuscendo mai a impensierire Audi, BMW e Mercedes, e che la gamma attuale appare incredibilmente ristretta per le esigenze complesse del mercato odierno. Un confronto con l’acerrima rivale Volvo, a questo riguardo, è illuminante.
Per porre rimedio ad una situazione che si sta facendo difficile in Saab hanno quindi deciso di entrare in un nuovo segmento del mercato, quello delle station wagon di categoria medio-superiore: ecco quindi la 9-3 SportHatch, che si pone un gradino più in basso, come dimensioni, rispetto alla 9-5 SW (in commercio ormai dal 1999), con l’obiettivo dichiarato di rendere la vita difficile a concorrenti dirette come A4 SW, Serie Touring e V50.
Una coda che calamita l’attenzione!
Dal punto di vista stilistico, come di consueto le novità sono tutte concentrate nella zona posteriore, con il padiglione che si allunga fino all’inedito portellone, con un lunotto sormontato da uno spoiler e circondato dai grandi gruppi ottici a sviluppo verticale, caratterizzati dall’utilizzo di plastiche bianche e della tecnologia a cristalli liquidi (LED) per gli stop (sono più affidabili, consumano meno elettricità e si accendono più rapidamente).
Proprio questo particolare li rende sicuramente originali rispetto ad analoghe soluzioni già viste, ma anche piuttosto vistosi (soprattutto se abbinati con una carrozzeria di colore scuro), finendo forse per appesantire l’insieme. Al di là di questa perplessità (per altro soggetta a interpretazioni strettamente soggettive), la coda esibisce una discreta dose di grinta, grazie anche ai doppi terminali di scarico, forse perfino eccessiva rispetto all’eleganza del frontale.
Le dimensioni, invece, sono rimaste praticamente invariate, con una lunghezza di 465 cm (+1 cm rispetto alla berlina) e una larghezza di 176.
Razionalità svedese
Non essendo cresciuta negli ingombri esterni, la SportHatch punta tutto sullo sfruttamento ottimale dello spazio. Così, se l’abitacolo è quello già visto – e apprezzato – sulla berlina, le attenzioni dei progettisti si sono concentrate sul bagagliaio. Ecco allora un piano di carico basso, i sedili posteriori ripiegabili rapidamente in due sezioni di diversa larghezza (60/40), l’apertura nello schienale per il trasporto di oggetti lunghi all'interno dell'abitacolo, il sedile del passeggero anteriore con schienale ripiegabile (a richiesta), oltre a vari divisori e reti per il vano di carico. La capacità è pari a 419 litri con i sedili posteriori occupati, ma può arrivare a 1.273 litri abbattendo il divano posteriore. Di particolare rilievo è poi il sistema TwinFloor: la sezione centrale del pavimento del bagagliaio si solleva di traverso e scompare dopo aver tirato una maniglia. Si ottiene così un supporto per sistemare in modo pratico borse della spesa ed altro in un vano nascosto sotto al pavimento.
Porta al debutto il 2.800 V6 Turbo!
La gamma dei propulsori, naturalmente, è ripresa dalla berlina, ma in Saab hanno scelto proprio la SportHatch per far debuttare il loro nuovo propulsore di punta, un V6 di 2.800 cc. Turbocompresso capace di 250 CV a 5.500 giri e 35,7 kgm di coppia a soli 2.000 giri, in grado di spingere la station wagon svedese a 245 km/h e farla accelerare da 0 a 100 km/h in 6,7 sec. Il tutto con un consumo di 9,8 km/l
In alternativa, è disponibile il conosciuto quattro cilindri 2.0 litri turbo nelle versioni da 150 CV, 175 CV 210 CV, mentre sul fronte del diesel è confermato il 1.900 common-rail in versione ad 8 valvole da 120 CV e 16 valvole da 150 CV, entrambi con filtro del particolato senza manutenzione.
Infine, alla base della gamma si pone il 1.800 benzina ad aspirazione atmosferica da 122 CV: una scelta in verità un po’ sacrificata rispetto al potenziale e alle aspirazioni della vettura.
Il cambio può essere manuale o automatico con azionamento manuale sequenziale, entrambi a sei marce con il 2.800 V6 turbo e con i 1.9TiD turbodiesel common-rail.
Le sospensioni, da parte loro, presentano all’anteriore uno schema MacPherson, mentre quelle posteriori sono indipendenti e integrano il sistema Saab ReAxs, che consente uno speciale effetto sterzante delle ruote posteriori.
Alta protezione
Come da tradizione Saab, particolare attenzione è stata posta ai sistemi di sicurezza attiva e passiva. Per quanto riguarda i primi, sono di serie ABS a quattro canali, controllo di trazione (TCS), assistenza meccanica alla frenata (MBA), controllo della frenata in curva (CBC), ripartizione elettronica della pressione frenante (EBD) e naturalmente ESP. Di serie con i motori 2.800-V6 Turbo benzina e a richiesta per il resto della gamma, è disponibile anche l’ESP Plus, caratterizzato da un intervento meno evidente, a tutto vantaggio del piacere di guida (inoltre sulle vetture con cambio manuale il sistema comprende anche l’assistenza per le partenze in salita, impedendo alla vettura di indietreggiare).
Per la sicurezza passiva, invece, troviamo una robusta gabbia d’acciaio ad alta resistenza che protegge l’abitacolo, una struttura anteriore deformabile con tre linee per lo smaltimento dei carichi, i poggiatesta anteriori attivi (SAHR) che aiutano a prevenire lesioni al collo derivanti da tamponamenti e sei airbag con una logica di funzionamento evoluta.
Quanto costa
Quattro i livelli di allestimento - Linear, Arc, Vector e il più sportivo Aero al vertice della gamma - con prezzi compresi tra i 27.600 euro del 1.8 benzina Linear e i 41.100 del V6 benzina turbo Aero.
Saab
Piazzale dell'Industria, 40
Roma
(RM) - Italia
800 99 77 11
https://www.saab.com/
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