Rossi e Alonso: c'è molto in comune

Rossi e Alonso: c'è molto in comune
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Entrambi sfiancano la resistenza dei migliori piloti del mondo nelle rispettive specialità e controllando nervi e pulsazioni nei momenti critici
25 settembre 2005

Generazione di fenomeni… Così cantava l’immortale Vasco qualche anno fa e questi versi ci sono tornati in mente ieri, osservando le imprese straordinarie prima di Valentino Rossi e quindi di Fernando Alonso (rigorosamente in ordine di… fuso orario!).
Sì, perché il campionissimo italiano e il neo-campione spagnolo fenomeni lo sono davvero: entrambi hanno dimostrato di saper domare come nessun altro mezzi velocissimi quanto bizzosi al limite, sfiancando la resistenza dei migliori piloti del mondo nelle rispettive specialità e controllando nervi e pulsazioni nei momenti critici.

Valentino come Fernando, quindi? Beh, i punti in comune ci sono, è innegabile, a partire da una classe cristallina e dalla dedizione assoluta che contraddistingue tutti i “grandi” di ogni sport. Entrambi, poi, hanno messo le cose in chiaro fin dalle prime gare della stagione, conquistando subito un consistente vantaggio in classifica e conducendo con autorità due campionati lunghi e difficili.
E ancora, sia Valentino che Fernando hanno dominato con un mezzo meccanico ottimo, ma probabilmente non il più veloce in assoluto, dal momento che nella maggior parte delle gare yamaha e renault hanno ceduto qualche decimo al giro rispettivamente a honda e McLaren-Mercedes.

Così simili, eppure così diversi. Diversi innanzi tutto nel modo di arrivare al titolo, perché Rossi ha dominato buttando la moto di traverso ad ogni occasione, ha attaccato dal primo all’ultimo metro dando spettacolo. Alonso, invece, ha costruito un solido vantaggio nelle prime gare per poi amministrarlo con la maturità di un veterano. E la maturità, sia chiaro, in uno che a 24 anni è già campione del mondo, non è necessariamente una qualità meno importante della grinta o del senso del limite. Piuttosto, due condotte tanto diverse sono figlie di un confronto impossibile tra MotoGP e Formula 1,

 

entrambe categorie regine di tecnologia, con la prima che tuttavia riesce a essere anche regina in termini di spettacolo, mentre la seconda è ormai consigliata da molti terapeuti del sonno…

Diversi in pista, quindi, ma anche lontano dal paddock. Sì, perché se Rossi sembra aver trovato un prezioso equilibrio tra una popolarità ormai senza confini e la giusta tutela della propria privacy, in Spagna Alonso fa notizia anche per l’accanimento del suo enturage di avvocati e manager, pronti a far causa a chiunque utilizzi il suo nome. E questo non solo per magliette e capellini – fin qui sarebbe normale - ma anche per semplici pubblicazioni a lui dedicate, come se il diritto di cronaca dovesse essere rivisto in funzione dei diritti di immagine…
Di nuovo, comunque, la spiegazione va ricercata con ogni probabilità nelle differenze tra l’ambiente del motomondiale e quello della Formula 1: molto meglio, quindi, concentrarsi esclusivamente sulle gesta in pista di questi due fenomeni...

E allora onore a Rossi e ad Alonso: a entrambi va il nostro grazie per una stagione ricca di emozioni, mentre ai lettori indirizziamo una domanda in apparenza semplice semplice, alla quale tuttavia in redazione non siamo riusciti a trovare una risposta unanime.
Chi ha realizzato l’impresa più grande quest’anno, Valentino Rossi o Fernando Alonso?

Al solito la bacheca virtuale alla fine di questo articolo è a vostra disposizione…

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