Roma, un referendum per bloccare la ZTL Fascia verde?

Roma, un referendum per bloccare la ZTL Fascia verde?
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Ad ottobre la decisione dei giudici sulla richiesta di un comitato di di cittadini
7 aprile 2025

Anche se non è più all'ordine delle cronache come nei messi passati, l'argomento sulla ZTL Fascia Verde promossa dal Campidoglio come un fiume carsico ogni tanto torna a far parlare di sé: la notizia più recente riguarda l'udienza svolta presso il Tribunale civile di Roma in merito alla richiesta del comitato promotore del quesito referendario giudicato inammissibile dalla commissione capitolina. 

Il Comitato “No ZTL Fascia Verde Roma” intende comunque chiedere ai romani la loro opinione sulla questione e per questo, malgrado appunto il parere ostativo della commissione comunale, si è rivolto ai giudici per “restituire ai romani il diritto di decidere”.

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Ricostruiamo la vicenda, per chiarezza ed evitare confusioni: a settembre dello scorso anno, il comitato con il supporto di 28.000 firme aveva depositato in Tribunale la richiesta di chiedere ai romani un parere sulla nuova ZTL Fascia Verde attraverso un referendum consultivo; uno strumento che per sua natura, essendo una forma di consultazione popolare in cui i cittadini vengono chiamati a esprimere il parere su un determinato argomento, non avrebbe avuto comunque conseguenze dirette sull’amministrazione.

Tale richiesta era avvenuta poche settimane prima dell’avvio previsto per la nuova procedura, poi rinviata di dodici mesi dopo la proroga della Regione Lazio; intanto, ad ottobre la commissione consultiva del Comune di Roma dichiarava il quesito inammissibile, perché trattando di materie come inquinamento e salute, le stesse non sono di competenza esclusiva di Roma Capitale, ma coinvolgono anche altri enti, come la Regione.

Rispetto a tale posizione, il comitato ha deciso di appellarsi al Tribunale di Roma; dopo la prima udienza, si attende una decisione per ottobre; in una nota, i promotori del referendum si augurano che la Corte annulli al decisione della Commissione Capitolina, dando così il via libera alla possibilità per i romani di pronunciarsi su un tema che impatta in modo decisivo la loro vita quotidiana.

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